Diritto

Mondo salute al tempo della pandemia

Negli ultimi mesi sempre più spesso si è sentito parlare di Covid e diritti, un connubio che ha portato dubbi e incertezze, a cominciare proprio dal diritto alla salute. Tale diritto è così sancito dall’articolo 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti (…).”

Già durante il lockdown e anche ora, in occasione della seconda ondata di diffusione del coronavirus, la pandemia ha determinato innumerevoli problematiche in tutti i settori della sanità, della medicina e delle cure mediche, in particolar modo nelle strutture ospedaliere: problematiche che spesso sono state oggetto sia di accese discussioni, sia di verifiche, tuttora in corso, da parte della magistratura. 

EMERGENZA SANITARIA E RIFLESSI SOCIALI

A quasi un anno dall’ inizio dell’emergenza sanitaria l’alto numero di contagiati, oltre due milioni di persone, ha portato spesso al collasso degli ospedali per mancanza di posti letto, terapie intensive intasate, personale insufficiente e talvolta impreparato, strumenti spesso inadeguati a fronteggiare la pandemia. 

Ma il Covid non ha attaccato solo alcune primarie funzioni fisiologiche, a cominciare da quelle respiratorie, causando in Italia oltre 70 mila morti. Il Covid ha compromesso le relazioni sociali, arrivando anche a “disgregare” il senso della famiglia. I positivi ricoverati si sono ritrovati in situazioni di distanziamento, oltre che sociale, anche affettivo, lontani dai familiari. In alcuni casi le videochiamate sono state un rimedio minimo per sentire meno la distanza dai propri cari ed alleviare una situazione di angoscia e sofferenza psicologica. Altri hanno potuto realizzare nelle cosiddette “stanze degli abbracci” quel contatto di prossimità tanto voluto quanto temuto.

I MALATI NO-COVID IN ITALIA

Lo scenario determinato dalla pandemia, tuttavia, non ha riguardato soltanto coloro che sono stati contagiati dal coronavirus ma, indirettamente, gli oltre 24 milioni di italiani affetti da una patologia cronica e in particolare oltre due milioni di malati oncologici, chemioterapici e immunodepressi, individuati fra i soggetti più vulnerabili e bisognosi di terapie non rinviabili. Massimo Rugge, presidente dell’AIRTum (Associazione Italiana Registri Tumori) ha sottolineato: “La condizione di immunodepressione conseguente alla neoplasia non rende le persone colpite da cancro più esposte al coronavirus (…). Ma le complicanze possono essere più gravi”. 

Le conseguenze negative sono state significative anche per i malati no-Covid. Basti pensare che, soprattutto nella prima ondata, la diffusione del coronavirus ha ridotto sensibilmente le possibilità di ricevere terapie adeguate alle patologie dei pazienti. Questi ultimi hanno visto terapie e cure mediche venire compromesse o sospese e interventi chirurgici eseguiti con forte ritardo. Tutto ciò ha determinato in alcuni casi ulteriori complicanze e rischi per i malati.

COVID FREE, COVID HOTEL E STRUTTURE ALTERNATIVE

Oggi sono stati messi in sicurezza molti reparti e sono nati ospedali Covid-Free, con medici e personale sanitario sempre in prima linea, spesso con turni massacranti, per garantire ai contagiati le migliori prestazioni possibili. Inoltre alla mancanza di posti letto negli ospedali si è fatto fronte con i Covid hotel, grazie alla disponibilità di molti albergatori che hanno messo a disposizione le proprie strutture. Infine, per i pazienti no-Covid sono aumentati in modo esponenziale i ricoveri e gli interventi chirurgici effettuati in cliniche private, dando la precedenza ai casi più gravi e urgenti. E così, con interventi di vario tipo, il sistema sanitario nazionale, pur se enormemente sotto pressione, ha retto (per ora) allo tsunami-coronavirus.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *