L’America che verrà con Biden e Harris
Ormai archiviate le polemiche sulla legittimità della vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali, Trump ha dato il via al passaggio dei poteri. La transizione è iniziata con la lettera della General Services Administration che sblocca i fondi a disposizione del presidente eletto che può iniziare l’organizzazione del suo insediamento alla Casa Bianca.
Una nuova Era per gli USA
Si apre quindi per gli Stati Uniti una nuova era: riusciranno i democrati, in tempi di pandemia, a fare meglio dell’amministrazione Trump? Importanti sfide attendono Biden, la prima fra tutte riunire il Paese; empatia, stabilità, decenza e moderazione, gli slogan usati durante la campagna elettorale, riusciranno a sconfiggere le tenebre evocate da Trump?
Le recenti elezioni hanno infatti mostrato al mondo l’immagine di un paese e di una società profondamente divisa. Una spaccatura senza precedenti: mai nella storia americana le dichiarazioni di un Presidente in carica sono state oscurate dai principali canali televisivi, mai, in un Paese considerato la culla della democrazia, si era assistito a che il risultato delle elezioni diventasse una materia di avvocati e di giudici più della volontà popolare.
Cosa aspettarsi
Il compito di Biden e della sua Vice Kamala Harris appare molto arduo: dovranno ricucire le divisioni, non solo politiche, ma soprattutto sociali, tra le varie anime del popolo americano; dovranno ricostruire i rapporti tra i “miliardari” e gli “startupper” della California con la classe media degli stati del Mid West; dovranno risanare i rapporti con le minoranze nere, dopo il “Black is Matter”, e i Latinos.
Anche in campo internazionale, all’amministrazione Biden spetterà il compito di riannodare i rapporti con i c.d. Stati, tradizionalmente, “alleati”, e soprattutto quelli con l’Unione Europea. Non v’è dubbio che, per la prima volta, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, durante la presidenza di Trump, gli alleati europei, fatta salva, forse, solo la Gran Bretagna post Brexit, non siano stati considerati come i partner privilegiati di riferimento degli USA, ma bensì oggetto di guerre commerciali. Last but not least, la questione con la Chiesa di Roma. In un paese, con un terzo degli abitanti di fede cattolica, il secondo Presidente cattolico, dopo John Kennedy, dovrà reimpostare il rapporto con il Vaticano. A lui spetterà infatti la sfida di ricostruire un rapporto con la Santa Sede, che superi le resistenze dei vescovi conservatori americani.