Cinematografia e disabilità: due film a confronto
Non sono comuni nella storia della cinematografia i film che trattano l’argomento delicato della disabilità, sia in ambito internazionale che italiano. Tuttavia da qualche anno sono diventate popolari pellicole come “Colpa delle stelle”(2014) o “Io prima di te”(2016), preceduti dal francese “Intouchables” (2011). Ci si sofferma di seguito sull’analisi di due film in particolare, “Corro da te”(2022) e “Perdiamoci di vista”(1994).
Corro da te
Con la regia di Riccardo Milani, “Corro da te” è incentrato sull’incontro tra due persone differenti che, attraversando varie vicissitudini, lanciano al pubblico un forte invito alla sensibilità sociale. Gianni (Pierfrancesco Favino), uomo d’affari, proprietario di un’azienda di scarpe da ginnastica, devoto al guadagno e alle belle donne, incontra Chiara (Miriam Leone), dolce e forte, capace di riprendere in mano la sua vita dopo essere rimasta paralizzata a causa di un incidente in auto.
“Il tuo corpo ha bisogno di sentire che lo ami ancora”, dice un amico di Chiara, anche lui disabile. Questa frase fa quasi commuovere lo spregiudicato Gianni. Lui si finge disabile per cercare di conquistare una vicina di casa, però quando lei lo invita a cena dalla sua famiglia scopre che le intenzioni della ragazza sono altre: combinare un appuntamento tra lui e la sorella, Chiara. Frequentandola se ne innamora, scoprendo un lato delle cose e di se stesso molto diverso. Cambiando, sostanzialmente. Ma Gianni non è un disabile, per quanto possa fingere. Il film nel complesso è profondo ma anche divertente in virtù dell’escamotage della bugia, che renderà impacciato il grande uomo d’affari, creando momenti di comicità.
Sfumature differenti
“Perdiamoci di vista” è un film diretto da Carlo Verdone, molto simile alla struttura di “Corro da te”: un uomo ricco e prepotente incontra una ragazza con disabilità e impara una lezione di vita. Quali sono però le differenze tra i due film? Prima di tutto la scena finale. Infatti alla fine del film Arianna Zorzi (Asia Argento) viene salvata da Gepy Fuxas (Carlo Verdone), che la prende in braccio. Rimane il messaggio che una persona con disabilità non può farcela da sola, cosa non sempre vera. In una delle ultime scene di “Corro da te” è invece Chiara a prendere in braccio Gianni sulla carrozzina, il significato potrebbe essere che una persona con disabilità non è debole, ma ha una forza diversa dagli altri, e può sostenere le persone e aiutarle, non solo essere aiutato. È comunque simile al messaggio che trasmette Arianna, puntualizzando sempre che può fare da sola.
“Perdiamoci di vista” testimonia i disagi e l’ignoranza sul tema della disabilità negli anni ‘90. Gli autogrill sprovvisti di bagno disabili, persone come Gepy che non sapevano come una persona con disabilità potesse vivere da sola, curare se stessa, guidare. In “Corro da te” i disagi e le differenze di concezione tra Gianni e Chiara sono diversi. Rimangono per quanto riguarda l’aspetto sessuale, ma anche qui c’è una sfumatura differente. Gianni infatti è attratto da Chiara e non ha dubbi a riguardo, invece Gepy mostra una sorta di repulsione e diffidenza verso un corpo diverso. “Per una donna come lei l’ottimismo è che l’amore duri il più a lungo possibile, per me che arrivi”, sono le parole di Chiara in “Corro da te”.