Attualità

I social che ci avvicinano

“Un giorno a settimana in cui esco, decido di andare a Bari e ci sto andando da solo perché non ho amici con cui uscire. Sentire mia madre che dice ‘Posso venire io così non esci da solo’ è un altro tipo di dolore”. È così che esordisce in un video su TikTok un giovane cantante barese di 18 anni di nome Potes. Il suo messaggio in poco tempo fa il giro del web: oltre 300mila le visualizzazioni registrate, 900 i commenti, 26mila i like ricevuti. Migliaia gli adolescenti che gli hanno risposto con messaggi di vicinanza e inviti ad uscire insieme.

Mostrarsi deboli è un atto di forza

È raro che oggi un adolescente abbia il coraggio di mostrarsi debole sui social network, in quanto vi è come una “gara” a chi mostra di essere più felice dell’altro, migliore dell’altro. Si fa di tutto per dimostrare di condurre una vita agiata e spensierata, una vita piena di successi, talmente bella da sembrare quasi una favola. Ma sarà tutto vero? L’ansia di apparire sempre felici e vincenti ci porta a far vedere solo una parte di noi, quella che vogliamo mostrare agli altri, nascondendo ciò che ci potrebbe mettere a disagio o farci sentire “diversi”. Potes ha avuto invece il coraggio di raccontare un momento di solitudine, e dunque di fragilità, proprio sui social. È stata una vera e propria dimostrazione che la vita reale non è solo ciò che vediamo su TikTok o Instagram.

Il lato positivo dei social

Episodi come quello di Potes dimostrano però che i social, spesso molto criticati, possono avere anche degli aspetti positivi, quando usati nel modo giusto. Dopo l’accaduto, il ragazzo barese si sarà sentito sicuramente meno solo e più compreso dai suoi coetanei. Se il ragazzo non avesse mai lanciato il suo appello su una piattaforma dove lo hanno potuto vedere milioni di persone si sarebbe certamente convinto di essere l’unico ad avere una storia di solitudine e di essere diverso dagli altri, “migliori” o “più forti” di lui. Grazie ai social, il diciottenne ha avuto la possibilità di comprendere che a quell’età può capitare di soffrire di solitudine e che non tutti gli adolescenti vivono una vita circondati da amici e con uno stato d’animo sempre positivo. Sentirsi a volte giù di morale, sentirsi soli o avere dei “momenti no” è normale: semmai dobbiamo imparare a diffidare di chi continuamente ostenta ricchezza e felicità sui social perché questa immagine non rispecchia la realtà. E dobbiamo imparare a usare al meglio i social network, per esempio per allargare la cerchia di amicizie o per dare una certa continuità a relazioni che altrimenti sarebbero destinate a chiudersi per la distanza fisica tra le persone, e, perché no, per trovare magari per la prima volta un amico con cui parlare.

Sara Cerrone

Studentessa della magistrale di Psicologia. Amo leggere, viaggiare e farvi entrare nel mio mondo attraverso la scrittura.

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