Inquinamento atmosferico, pronte linee guida europee di contrasto
Via libera del Parlamento Europeo alla cosiddetta Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD), che richiede di ristrutturare entro il 2033 tutti gli edifici residenziali dell’Unione Europea. L’obiettivo della proposta è una sostanziale riduzione delle emissioni di gas serra e del consumo di energia nel settore edilizio dell’UE entro il 2030, così da poter raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Il voto
Lo scorso 14 marzo il voto della Plenaria di Strasburgo ha visto i sì prevalere sui voti contrari. La posizione negoziale del Parlamento è stata approvata con 343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astensioni. Ora la questione si sposterà al Consiglio UE che dovrà negoziare il testo finale della direttiva nel trilogo, con il Parlamento e la Commissione. L’entrata in vigore della direttiva, quindi, non è scontata.
Il contenuto
Il testo approvato prevede la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033 per gli edifici residenziali. L’obiettivo è quello di agire prioritariamente sul 15% degli edifici più inquinanti, che andranno così collocati dai diversi paesi membri nella classe energetica più bassa, la G. La direttiva potrebbe richiedere interventi di ristrutturazione su circa 5 milioni di edifici in meno di 10 anni.
Deroghe
La nuova normativa non si applica ai monumenti, e i Paesi UE avranno la facoltà di escludere anche edifici dal significativo valore architettonico o storico, ma anche edifici tecnici, quelli utilizzati temporaneamente, chiese e luoghi di culto.
Le reazioni
Il Ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto si è detto favorevole alla direttiva ma contrario alle modalità perché, come ha sottolineato lo stesso ministro in una nota, “manca una seria presa in considerazione del contesto italiano, diverso da quello di altri paesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come ‘bene rifugio’ delle famiglie italiane. Gli obiettivi temporali, specie per gli edifici residenziali esistenti, sono ad oggi non raggiungibili per il nostro Paese”. “Forti anche della mozione approvata dal nostro Parlamento – ha concluso Pichetto – agiremo per un risultato negoziale che riconosca le ragioni italiane”.