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Los Angeles in fiamme, muore anche un patrimonio architettonico

Los Angeles, la città delle stelle, delle spiagge dorate e delle colline verdi, è stata recentemente colpita da una tragedia senza precedenti. Una serie di incendi ha ridotto in cenere vaste aree della città, devastando non solo case e terreni, ma anche una parte significativa del suo patrimonio architettonico e culturale. Questo evento catastrofico, aggravato da mesi di siccità e condizioni climatiche estreme, ha avuto una serie di ripercussioni negative sul territorio, che potrebbero cambiare per sempre il volto della città.

Gli incendi più devastanti e la perdita di un patrimonio unico

Il più grande e il più difficile da contenere dei roghi è stato l’incendio di Pacific Palisades, che ha raso al suolo oltre 23.700 acri di territorio. A distanza ravvicinata, l’incendio di Eaton ha devastato un’altra area di 14.000 acri. Centinaia di migliaia di persone sono state costrette a evacuare e i danni economici sono già stimati in oltre 250 miliardi di dollari. Il bilancio delle vittime, purtroppo, continua a crescere.

Ma, al di là della devastazione e dei numeri drammatici, c’è una perdita che è difficile da quantificare, ovvero quella di un patrimonio architettonico che racconta la storia della città stessa. Los Angeles, da sempre un laboratorio di innovazione per l’architettura residenziale, ha infatti visto bruciare alcune delle sue case più iconiche.

Case iconiche distrutte, fra innovazione e memoria storica

Tra le perdite più dolorose c’è la Keeler House, progettata nel 1991 dall’architetto Ray Kappe, che rappresentava l’essenza dell’architettura californiana. Quest’opera, un capolavoro di ingegneria e creatività, si trovava in una posizione privilegiata, sulle colline che si affacciano sull’oceano, con terrazze sfasate e travi di sequoia che al tatto sembravano seta. L’incendio ha distrutto questo straordinario esempio di design, simbolo di una Los Angeles sempre pronta a sperimentare nuove forme e nuove tecniche.

Un altro edificio che è andato perduto è la Bridges House, costruita nel 1974 da Robert Bridges. Appoggiato su pilastri di cemento sopra una curva del Sunset Boulevard, sembrava sfidare le leggi della fisica: un capolavoro di audacia strutturale, che è stato distrutto dalle fiamme.

Ad Altadena, nel sobborgo dove l’incendio di Eaton ha fatto più danni, sono andate in fiamme anche la McNelly House e la Park Planned Homes, un complesso di case prefabbricate progettato da Gregory Ain nel dopoguerra come esperimento sociale per offrire case a prezzi accessibili.

L’identità della città cancellata dalle fiamme

Il tragico evento ha portato a riflettere sul significato di “casa” e di “comunità”, specialmente per chi ha visto sparire i luoghi legati ai propri ricordi. Per molte persone che hanno vissuto o sono cresciute a Los Angeles, l’architettura non è mai stata solo una questione estetica. Le case, i ristoranti, i negozi e i luoghi pubblici della città sono parte di un paesaggio emotivo, che si intreccia con la propria storia personale. Gli abitanti non hanno ancora iniziato a metabolizzare il fatto che la loro infanzia sia andata “in fiamme”.

Un futuro tra dolore e rinascita

In questo doloroso momento, Los Angeles si trova a un bivio. Riuscirà a preservare la sua memoria storica, a riconoscere e a rendere omaggio alle sue radici, mentre guarda verso il futuro? Se la città potrà rinascere, come sempre ha fatto, sarà grazie alla capacità dei suoi abitanti di mantenere viva la memoria dei luoghi e delle storie legati a questa città. Perché, come scriveva Octavia Butler nella Parabola del seminatore: “Tutto ciò che tocchi lo cambi. Tutto ciò che cambi ti cambia”. E Los Angeles, città in continua metamorfosi, è proprio questo: una città che, nonostante le cicatrici, continuerà a trasformarsi e a reinventarsi, senza mai dimenticare ciò che è stata.

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