CulturaGiovaniScuolaUltime Notizie

Ritorno al passato: a scuola latino e poesie a memoria

Il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara ha emanato delle nuove linee guida per quella che sembra essere una nuova riforma che entrerà in vigore dall’anno scolastico 2026-2027. Le proposte hanno suscitato diverse critiche, in particolare da esponenti di altri partiti.

le proposte nella riforma

“L’obiettivo è quello di coltivare il gusto per la lettura, migliorare le competenze di scrittura e stimolare l’immaginazione degli studenti, senza trascurare la grammatica e lo studio delle regole linguistiche. La cultura inizia dallo studio della grammatica, in particolare bisogna trasmettere all’allievo la consapevolezza della correttezza linguistica e formale”: sono state queste le parole del ministro Valditara pronunciate in risposta alle polemiche che si sono scatenate sulla riforma scolastica 2026-2027. Tra le proposte: la reintroduzione del latino come materia opzionale negli ultimi 2 anni della scuola secondaria di primo grado, la lettura della Bibbia dalla prima elementare, l’apprendimento mnemonico della poesia, l’abolizione della materia “geostoria” e la prevalenza dello studio della storia d’Italia, d’Europa e dell’Occidente. Inoltre, introdurre i bambini al mondo della musica e dell’arte sin dalla prima classe della scuola primaria.

Le critiche

Come ogni proposta, non possono mancare le critiche da parte degli esponenti della politica, ma non solo. La riforma proposta da Valditara è stata elogiata dal “Moige”, il movimento italiano dei genitori, che ha definito come “positiva” la scelta del ministro di dare maggiore spazio alla letteratura e di potenziare l’insegnamento della grammatica. “L’idea di introdurre sin dalla prima elementare delle letture che possano stimolare il piacere della lettura è un passo avanti per fondare la creatività negli studenti”, sottolinea il direttore del Moige Antonio Affinita.

Al contrario, l’Unione degli studenti, insieme ad alcuni esponenti del PD e del movimento 5 stelle, hanno prontamente criticato la riforma definendola “retrograda” e “nostalgica”, accusando il ministro di un “ritorno al passato”, lontano dalla realtà contemporanea. In particolare, l’Unione si è detta contraria all’abolizione della geostoria, definendola come una scelta “nazionalistica” e contraria ad un’apertura che soprattutto in questa fase storica sarebbe necessaria. Per manifestare il dissenso, inoltre, molti gruppi studenteschi hanno organizzato alcune manifestazioni, lamentando quali siano i veri problemi della scuola: la necessità di riqualificazione dell’edilizia scolastica e di messa in sicurezza dei suoi edifici; e l’insufficienza di finanziamenti da parte dello Stato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *