Il futuro dell’AI, incontro con Padre Paolo Benanti
L’università LUMSA ha ospitato nella sua sede “Giubileo” uno dei più importanti esponenti del mondo dell’intelligenza artificiale, Padre Paolo Bennati, invitato nella nostra università per ricevere il premio “Comunicazione e Cultura Paoline”.
Il premio è composto da due metalli diversi, l’oro e l’argento, simbolo dei ruoli più importanti di Paolo Benanti: consigliere del Papa e membro dell’ONU.
L’evoluzione dell’intelligenza artificiale
Padre Benanti ha iniziato la conferenza chiarendo in primis come l’IA si sia evoluta nel tempo, a partire dalla Seconda guerra mondiale, quando la macchina ha iniziato a svolgere il ruolo di mezzo di comunicazione. In particolare, nel ’45-46, l’ingegnere matematico Shennon, attraverso i suoi studi sulla crittografia e sull’informazione, iniziò a porre le basi per la progettazione e l’evoluzione dei sistemi informatici; è infatti l’informazione che nella prospettiva di Shennon permette alla realtà di cambiare stato.
Da quel momento le macchine si sono evolute con noi, arrivando alla radio, al telefono, alla televisione, al computer e all’invenzione del nuovo secolo: lo smartphone.
L’intelligenza artificiale ha attraversato momenti di maggiore entusiasmo e altri più complessi, chiamati “inverni”. Ma la rotta è cambiata drasticamente dopo il Covid, ed il punto di svolta è stato l’applicazione dell’IA al linguaggio (come per chat gpt).
Convivere con l’IA
Soprattutto ora che l’intelligenza artificiale può essere definita globalizzata, i software stanno iniziando a definire la realtà; alla domanda posta dagli studenti a Padre Benanti: “Lei ha paura dell’intelligenza artificiale?”, la sua risposta è stata: “Io non ho paura dell’intelligenza artificiale, a me spaventa la stupidità umana; non è impossibile convivere con le macchine, ma se l’uomo e la macchina stanno su uno stesso livello, chi garantisce che l’uomo sia il sensore della macchina e non la macchina il sensore dell’uomo. Il pericolo non è tanto che la macchina si umanizzi ma che l’uomo si macchinizzi”.
Il pericolo più grande è nel settore della comunicazione: il giornalismo è il pilastro più potente della democrazia, ma ormai ci sono alcune redazioni che per pagare meno sfruttano l’intelligenza artificiale anziché assumere veri giornalisti. Questo è un problema enorme poiché si va ad aumentare esponenzialmente la percentuale di deep fake (notizie false) che vengono spacciate per vere da alcune testate.
Quindi il problema non è l’IA in sé, dice Padre Bennati, è come noi la vogliamo applicare. Dobbiamo scegliere se essere sensore o governati da essa.