Un Tir di 17 metri per trasportare una formica, nuova provocazione di Emilio Isgrò
‘La formica vagabonda‘ è il titolo di un’opera rivoluzionaria dell’artista siciliano Emilio Isgrò: un autotreno giallo, lungo 17 metri, che trasporta solo una formica.
L’opera monumentale è partita dalla Sicilia il 22 luglio 2023 ed è stata trasportata attraverso diverse regioni italiane, festeggiando i 60 anni dalla prima “cancellatura” dell’artista.
“Avevo vent’anni quando feci la mia prima cancellatura ed ero spaventato. Ma l’artista anche quando è solo e ha paura non ha mai paura di dire la verità“, ha dichiarato Isgrò.
Il TIR, il cui prezzo si aggira intorno ai 450.000 euro, è stato esposto di recente nella sezione “Unlimited” di Art Basel (Basilea, Svizzera).
Emilio Isgrò
Emilio Isgrò (Barcellona di Sicilia, classe 1937) ha esordito come artista negli anni Sessanta, tra scrittura e arti visive, ed è diventato famoso in tutto il mondo. Il suo debutto letterario è stato nel ‘56 con la collezione poetica Fiere del Sud.
È iniziatore (nel ’64) delle cosiddette “cancellature” di testi, applicate a libri, mappe, pellicole ecc. Si tratta di opere provocatorie che vogliono suscitare riflessioni nel pubblico, legate a tematiche attuali, come le migrazioni, la globalizzazione, la pace e la solidarietà.
Per questo motivo, fino alla fine del 2024, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ospiterà Isgrò con cadenza stagionale per un ciclo di “Lezioni di Cancellatura” aperte a tutti.
Il significato dell’opera
In ‘La formica vagabonda‘ sono presenti delle cancellature nere, su sfondo giallo, che fanno emergere una frase in rosso: “Questo veicolo trasporta una formica“.
La frase rappresenta il paradosso della modernità: “Oggi è importante far diventare grandi le cose piccole mentre a volte capita il contrario: che diventano piccole le cose grandi”, ha detto Isgrò ai microfoni del TGR Lombardia.
L’artista ospita spesso all’interno delle sue opere piccoli insetti, come api e farfalle. In questo caso Isgrò ha scelto la formica, il cui DNA ha milioni di anni, come metafora della sua innata capacità di sopravvivenza, da cui l’uomo dovrebbe prendere spunto per creare un dialogo “natura-uomo”
“Volevo trovare delle forme minime da gestire nello spazio. La formica con i suoi valori iconici si prestava bene. Ma ad un certo punto è diventata una sorta di cancellatura mobile che andando e, accumulandosi nello spazio, lo coprono. Sono in molti a leggere in questo modo l’utilizzo delle formiche nelle mie opere, in continuità con la cancellatura“