Avanzi al ristorante? “Doggy bag” contro gli sprechi
Doggy bag obbligatoria in tutti i ristoranti, da fornire a chiunque voglia portare a casa il cibo o il vino non terminati al tavolo. Sull’argomento sono all’attenzione del Parlamento due proposte di legge presentate lo scorso 10 gennaio: una è stata presentata al Senato dalla leghista Mara Bizzotto, l’altra alla Camera dal deputato di Forza Italia Giandiego Gatta.
La pratica di portare a casa gli avanzi della cena non consumati al ristorante in alcuni Paesi è già legge.
Il termine doggy bag
L’espressione “doggy bag” viene dall’inglese e indica il contenitore in alluminio (o cartone) da usare per consumare a casa quanto è avanzato al ristorante, o per darlo all’amico a quattro zampe. La doggy bag ha origine nel 1949, quando il ristorante Dan Sampler’s Steak Joint di New York fu il primo a impacchettare gli avanzi dei clienti. Il locale aveva fatto mettere sul sacchetto l’immagine di un cane che incitava i clienti più timidi a portar via il cibo avanzato nel piatto, per non sprecarlo.
Gli sprechi in Italia e la proposta di legge
In attesa dei nuovi sviluppi legislativi, in Italia è in vigore per ora solo la legge 166/16 sugli sprechi alimentari, una legge che promuove l’utilizzo da parte dei ristoratori di contenitori da fornire ai clienti, riutilizzabili e idonei all’asporto degli avanzi di cibo. Secondo i dati Eurostat, in Italia una persona spreca in media 140 kg di cibo all’anno. La maggior parte di questi sprechi si ha nei ristoranti, ma soprattutto nelle case. Nella proposta di legge si prevede che i ristoratori dovranno fornire ai clienti che lo richiedono dei contenitori riutilizzabili o riciclabili, ma non solo. I clienti potranno anche portare con sé da casa il contenitore riutilizzabile o riciclabile, purché rispetti le norme igienico-sanitarie specificate dal ristorante stesso. I ristoratori che non rispetteranno questa norma potranno essere multati tra i 25 e i 125 euro. Una sanzione che è più a scopo educativo che vessatorio.
Non tutti sono d’accordo
La proposta però non è stata accolta con entusiasmo dagli addetti ai lavori. Dotarsi di doggy bag a norma di legge significa maggiori costi e un servizio più lento a causa del personale che dovrà occuparsi di portare le “borse” a tavola. Un’alternativa per contenere i costi potrebbe essere quella di far pagare una cauzione al cliente per la restituzione dei contenitori, una volta svuotati e ripuliti. La proposta di legge sottolinea inoltre che è di chi si porta via la bag la responsabilità del suo trasporto e della conservazione di quanto contiene. La doggy bag obbligatoria non è di certo una soluzione univoca, ma fa parte di un cambiamento culturale che dovrebbe includere anche una revisione delle porzioni, dell’offerta del cibo, del food cost, così da rendere sempre più difficile produrre avanzi, sprechi e scarti. Sarebbe importante inoltre sensibilizzare i clienti invitandoli a non sprecare e a portarsi a casa gli avanzi del pasto fuori casa.
L’uso della doggy bag
Negli Stati Uniti le porzioni nei ristoranti sono molto abbondanti e capita di non riuscire a finire la cena, così si è soliti chiedere di poter portare a casa la vaschetta degli avanzi, non necessariamente per il proprio cane, anzi lo si fa soprattutto per le persone. La testimonial più famosa della campagna contro lo spreco alimentare è Michelle Obama: è stata lei a sdoganare la pratica di portare a casa ciò che non viene consumato al ristorante. Per tornare all’Italia, nel programma televisivo Masterchef sono state introdotte le doggy bag per i concorrenti che, alla fine delle prove, possono portare via con sé tutti i cibi preparati e gli ingredienti avanzati.