Ayrton Senna, 30 anni fa il tragico schianto
Primo maggio 1994, ore 14:17, Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, una monoposto della scuderia Williams si schianta alla curva del Tamburello del circuito. Dopo l’impatto si sente urlare solo un nome: «è Senna, è Senna», successivamente si scatena il panico. Tutti corrono verso qualcosa, i soccorritori, tra cui Sid Watkins, caro amico di Ayrton e medico del paddock, arrivano al Tamburello dove c’è stato l’incidente.
Il rifiuto di ritirarsi
Dopo poco tempo Sid racconterà che aveva chiesto ad Ayrton di non correre, perché a Imola quel fine settimana c’erano stati diversi incidenti. «Avevo detto ad Ayrton di andare insieme a pescare», testimonierà poi Watkins, ma il pilota senza batter ciglio rifiutò. Ayrton doveva correre, voleva correre perché in fondo era quello il suo scopo e sapeva che doveva farlo. Disse a Watkins: «ci sono cose che sfuggono al nostro controllo, io ho bisogno di continuare».
La domenica del Gran Premio
Così il primo maggio Ayrton arrivò scosso da qualcosa che non aveva mai provato, si presentò con la sua 24ore con all’interno la Bibbia che aveva scrupolosamente letto durante la notte insonne. Il contenuto del passo che aveva letto venne rivelato anni dopo da sua sorella Viviane: «Dio ti farà oggi il dono più grande, Dio stesso». Nonostante questo, la domenica mattina arrivò in autodromo alla ricerca di qualcosa, una bandiera austriaca in ricordo di Ratzenberger morto il giorno prima. Ayrton avrebbe voluto dedicargli la vittoria, ma Senna non vide mai quella bandiera a scacchi perché Dio arrivò a prenderlo prima.
La Formula 1 dopo Senna
La morte del pilota ha lasciato un vuoto all’interno della Formula Uno, ha mostrato quanto i piloti in realtà siano fragili e che non sono supereroi come si crede. Quest’anno ricorrono i 30 anni da quel tragico schianto, sono cambiate tante cose, ma il ricordo di Senna resta immutato.
L’ Istituto Ayrton Senna, una speranza per i bambini del futuro
Dopo la sua morte la sorella Viviane ha esaudito un suo desiderio, quello di avere una fondazione a suo nome: l’ Instituto Ayrton Senna. Per aiutare tutti quei bambini brasiliani che non hanno la possibilità di poter vivere una vita dignitosa. L’obiettivo della fondazione, infatti, è proprio quello di regalare una possibilità a chi nella vita non ne ha avuta una. Un’organizzazione senza scopo di lucro che si impegna a potenziare le possibilità per i ragazzi in tutti gli angoli del Brasile.