Usa, giustiziato Brandon Bernard
Brandon Bernard, detenuto nel braccio della morte, è stato giustiziato nella notte tra il 10 e l’11 dicembre nel carcere di Terre Haute, Indiana, Usa. Aveva 40 anni ed era stato condannato nel 1999 per il duplice omicidio di due ragazzi, compiuto quando aveva poco più di 18 anni. Gli è stata praticata un’iniezione letale, uno dei cinque modi con cui viene applicata la pena di morte negli Usa. Il suo ultimo pensiero è stato per le famiglie delle vittime, con le quali ha voluto scusarsi ancora un’ultima volta. Un suo complice era già stato giustiziato nello scorso settembre.
Brandon è così diventato il più giovane detenuto ad essere giustiziato in 70 anni negli Stati Uniti. Da 130 anni, inoltre, negli Usa non venivano effettuate esecuzioni durante la transizione presidenziale.
Inascoltati gli appelli per un atto di clemenza
Sono rimasti così senza seguito i tantissimi appelli, lanciati anche attraverso i social e rivolti soprattutto al presidente uscente Donald Trump, perché l’esecuzione fosse sospesa. Per un atto di clemenza nei riguardi di Brandon Bernard si erano espressi anche l’attrice e modella Kim Kardashian West e altri personaggi del mondo dello spettacolo degli States. Le ultime istanze in favore del condannato, perché la pena di morte fosse convertita in ergastolo, erano state respinte dalla Corte Suprema Usa poche ore prima dell’esecuzione.
Il duplice omicidio e il ruolo di Brandon
Nel 1999 Brandon, allora poco più che adolescente, e alcuni coetanei uccisero con colpi di arma da fuoco due giovani, Todd e Stacie Bagley, bruciarono i corpi e diedero fuoco all’automobile in cui erano stati nascosti. Arrivarono le condanne alla pena di morte e la reclusione da scontare presso l’unità speciale del carcere Terre Haut, dove i prigionieri sono rinchiusi nelle proprie celle per 23 ore al giorno.
Brandon venne accusato di essere il complice materiale dell’omicidio della giovane coppia, e, in particolare, di essere stato il responsabile della morte della ragazza poiché fu lui che appiccò l’incendio per distruggere i corpi, nonostante Stacie fosse ancora viva. La difesa si era battuta per dimostrare che la ragazza era già morta quando il suo corpo fu dato alle fiamme ed aveva invano invocato una condanna non per omicidio ma per distruzione di cadavere.