Carlo Acutis e PierGiorgio Frassati,”santi imperfetti”per un giubileo di speranza
Il Giubileo del 2025 si avvicina, portando con sé un messaggio di speranza e unità. Il motto scelto, “Pellegrini di Speranza” (Peregrinantes in spem), invita i fedeli di tutto il mondo a riscoprire la fede come motore di una vita autentica e orientata verso Dio. Tra le figure che incarnano perfettamente questo spirito ci sono due giovani straordinari, Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati, che saranno proclamati santi proprio durante questo Anno Santo: il primo, il 27 aprile, durante il Giubileo degli Adolescenti; il secondo, il 3 agosto, durante il Giubileo dei Giovani.
Le loro vite, benché brevi, hanno lasciato un’impronta profonda, dimostrando come la santità non sia un ideale irraggiungibile, ma una possibilità concreta per chiunque, indipendentemente dalle imperfezioni: ciascuno può diventare “pellegrino di speranza”.
Santi ordinari per un mondo straordinario
Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati si discostano dall’immaginario tradizionale del santo, visto come figura distante e perfetta. Le vite dei santi sono principalmente vite terrene e quindi esistenze contraddistinte da passioni e triboli, da sfide vinte ma anche perse, da gioie come da tormenti. Tutti elementi che li rendono straordinariamente vicini a noi.
Prendiamo l’esempio di Carlo, scomparso drammaticamente a soli 15 anni. Egli era un ragazzo dei nostri giorni; come tanti di noi, era appassionato di informatica, interesse che riuscì a coniugare con una fede profonda e incrollabile. Fu lui a creare un sito web per catalogare i miracoli eucaristici di tutto il mondo, mostrando come anche la tecnologia possa essere uno strumento di profonda potenza mediatica, decisivo per propagare la parola di nostro Signore e diffondere l’evangelizzazione.
Piergiorgio, invece, vissuto negli anni ’20 del Novecento, amava la montagna e la vita all’aria aperta. Tra una scalata e l’altra, trovava il tempo per aiutare i più poveri, donando loro cibo, denaro e conforto; egli stesso si definiva “povero come tutti i poveri”. La sua fede era semplice ma profonda, radicata nell’Eucaristia e nella preghiera quotidiana. Piergiorgio dimostrò come la santità possa essere vissuta anche in mezzo agli impegni e alle passioni di una vita normale e in luoghi difficili e impervi come la montagna, comunicando che la fede nel Cristo può essere propagata ovunque perché Dio è ovunque.
Difetti che non allontanano da Dio
Una delle lezioni più preziose che Carlo e Piergiorgio ci lasciano è che la santità non si misura dall’assenza di errori e da una vita integerrima, ma dalla capacità di vivere con fede, umiltà e amore. Carlo, per esempio, non era immune dai difetti: era un ritardatario cronico e, come tanti adolescenti, a volte si lasciava andare a scatti di rabbia. Piergiorgio, dal canto suo, non brillava per risultati accademici: il suo percorso universitario fu costellato di difficoltà e insuccessi.
Eppure, questi comportamenti non li allontanarono da Dio. Al contrario, li resero più umani, perché mossi da tantissimo amore che ricevevano e donavano agli altri, e che li aiutava anche nei momenti più difficili, in cui molti si sarebbero arresi. Carlo dedicava il suo tempo libero a insegnare catechismo ai più piccoli e ad aiutare i senzatetto della sua città. Piergiorgio, nonostante le critiche ricevute (gli stessi genitori si vergognavano di lui quando girava a piedi nudi per la città di Torino), continuò a vivere con una gioia contagiosa, trovando nella preghiera la forza per superare le sue fragilità.
https://www.causesanti.va/it/santi-e-beati/carlo-acutis.html
https://www.causesanti.va/it/santi-e-beati/pier-giorgio-frassati.html