Europee: verso il sì al voto per i fuorisede
I circa 600.000 studenti fuorisede avranno finalmente, con tutta probabilità, la possibilità di partecipare alle elezioni europee indette per l’8 e il 9 giugno 2024 votando lì dove studiano. Giovedì 22 febbraio, la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato infatti un emendamento al Decreto Elezioni che consente a studenti e studentesse di votare dal proprio domicilio, nonché luogo di studio. Il testo del decreto dovrà ora essere approvato dal Senato e dalla Camera per diventare ufficialmente legge, e l’esame del provvedimento dovrà essere completato entro il 29 marzo.
Cosa prevede l’emendamento?
La proposta riguarda esclusivamente gli studenti fuorisede da almeno tre mesi. Se approvato, lo studente o la studentessa fuori sede dovrà inviare una richiesta al comune di residenza 35 giorni prima delle elezioni. L’amministrazione avrà 15 giorni di tempo per approvarla e trasmetterla al comune di domicilio, che dovrà fornire al richiedente – entro 5 giorni prima del voto – un’autorizzazione da presentare al seggio. A seconda della circoscrizione (Nord ovest, Nord est, Centro, Sud, Isole), gli studenti voteranno in una sezione speciale nel capoluogo della regione in cui studiano o in un seggio del comune di residenza. L’emendamento, tuttavia, non è stato esteso ad altre categorie di fuorisede, come i lavoratori o coloro che si trovano lontano da casa per motivi di salute.
Diritto fondamentale al voto
Si tratta, senza dubbio, di un passo cruciale che colma una lacuna legislativa evidenziata negli anni da numerose associazioni studentesche. Quando si affronta il tema dell’astensionismo e della partecipazione elettorale, spesso lo si giustifica con il disinteresse o l’indifferenza dei cittadini verso la politica, puntando principalmente il dito contro i giovani. Si ignora invece (consapevolmente o inconsapevolmente) l’astensionismo involontario dettato dall’impossibilità di recarsi alle urne. Si pensi agli studenti e studentesse fuorisede, costretti ad affrontare interminabili ‘viaggi della speranza’ dai costi proibitivi per l’esercizio di un diritto fondamentale, sancito dalla Costituzione.
Verso una democrazia più inclusiva
Si auspica che questa sperimentazione non solo porti a buoni risultati, ma segni anche l’inizio di un percorso volto ad ampliare le basi della rappresentanza democratica nel Paese. Ora, come mai prima, è essenziale ripartire dai giovani, elettori liberi e consapevoli del voto di domani. Talvolta incompresi e maltrattati, ma l’eco di una generazione rumorosa e coraggiosa: forse l’unica in grado di affermare a gran voce che un’alternativa c’è.