In un farmaco nuove speranze contro il Covid-19
Con il dilagare dell’infezione causata da un nuovo ceppo di Coronavirus, identificato Covid-19, l’OMS ha dovuto dichiarare lo stato di emergenza globale a partire dal 30 Gennaio 2020. Questo virus è diventato una delle principali cause di morte, ha messo a dura prova i sistemi sanitari di tutto il mondo ed ha messo in ginocchio l’economia di molti Paesi. Pertanto sono risultati necessari trattamenti idonei per combattere la pandemia di Covid-19.
Inizialmente si sono sperimentate cure per tamponare i sintomi più evidenti della malattia, quali la febbre alta e le difficoltà respiratorie; ma questi trattamenti sono risultati insufficienti. Per questo alcune case farmaceutiche hanno messo a punto dei vaccini, ritenendoli l’unico strumento adatto a combattere il virus.
La campagna vaccinale ha dato ottimi risultati, tuttavia i ricercatori non si sono fermati. Hanno cercato di trovare dei farmaci validi per la cura dei sintomi della malattia che non richiedessero l’accesso del malato ad una struttura sanitaria. Questo, in modo che gli ospedali non venissero intasati e che le cure si potessero somministrare a casa. A questo scopo un nuovo farmaco è stato studiato, il Molnupiravir. Esso nasce dalla collaborazione di due case farmaceutiche, Ridgeback Biotherapeutics e Merck. E’ un nuovo prodotto ancora in fase sperimentale, ma che ha mostrato risultati convincenti e sembra che possa diventare un’arma per combattere la pandemia.
Il Molnupiravir (MK-4482/EIDD-2801) è una forma sperimentale, somministrata per via orale, di un potente ribonucleosidico che inibisce la replicazione di SARS-CoV-2, l’agente eziologico del Covid-19.
La pillola, sviluppata per trattare l’influenza, è progettata per introdurre errori nel codice del virus, impedendogli di diffondersi nel corpo.
Il Molnupiravir ha dimostrato di essere attivo in diversi modelli di SARS-CoV-2, anche per la profilassi, il trattamento e la prevenzione della trasmissione. Inoltre, i dati pre-clinici e clinici hanno dimostrato che il Molnupiravir è attivo contro le più comuni varianti di SARS-CoV-2.
Lo studio
L’analisi finora svolta ha valutato i dati di 775 pazienti. I criteri di ammissibilità richiedevano che tutti i pazienti avessero contratto il Covid-19 in forme da lievi a moderate, confermate in laboratorio, con insorgenza dei sintomi entro 5 giorni in pazienti scelti a caso tra quelli selezionati.
Il Molnupiravir ha ridotto il rischio di ospedalizzazione e/o morte in tutti i pazienti trattati. L’insorgenza di sintomi non ha influenzato l’efficacia dalla tempistica di insorgenza dei sintomi o dal fattore di rischio sottostante.
Inoltre, il Molnupiravir ha dimostrato efficacia anche relativamente alle varianti virali Gamma, Delta e Mu.
Dunque, questa sperimentazione è un vero passo in avanti nella cura del Covid-19, anche se ancora bisogna procedere con prudenza e cautela, senza mai abbandonare la certezza che il lavoro dei nostri ricercatori è davvero prezioso.