Fase 2: ecco come è cambiata l’Italia dal 4 Maggio
Dal 4 Maggio è iniziata la fase 2. Rappresenta una piccola boccata d’ossigeno durante un viaggio che sembra ancora molto lungo: quello verso il ritorno alla tanto aspirata normalità. La grande protagonista di questo piccolo, grande cambiamento è la distanza sociale, ci ricorda come la situazione sia ancora lontana dall’avere una soluzione.
Ma cosa è cambiato dopo l’avvio della nuova fase?
Pur tenendo presenti le dovute precauzioni, i nonni hanno potuto rivedere i loro nipoti dopo circa due mesi di lontananza e tentativi di videochiamate. Finalmente scompare l’obbligo del dover parlare ad uno schermo e torna il contatto visivo nella sua forma più autentica. La nuova situazione si è rivelata e si sta rivelando una boccata d’aria fresca per tanti rapporti caratterizzanti la vita di ognuno di noi. Un accenno di positività in un momento in cui la frase ‘’andrà tutto bene’’ è diventato più uno slogan che qualcosa in cui crediamo davvero.
Lo sport
Dopo due mesi si torna a fare sport, si può stare all’aria aperta anche lontani dai balconi che hanno fatto parte delle nostre giornate. Altra nota positiva è il ritorno dell’allenamento in compagnia: non è più necessario essere soli se chi si trova con noi è un nostro convivente. Inoltre, in linea teorica ci si può recare ovunque si preferisca svolgere attività sportiva. Questi piccoli cambiamenti, bastano a diffondere spirito ottimistico tra gli italiani che finalmente sembrano vedere una luce in fondo al tunnel.
Le strutture sanitarie
Settore più che fondamentale è stato ed è la sanità. Se gli ospedali si sono impegnati per non chiudere le sale operatorie a patologie gravi, ci sono prestazioni che sono state rinviate. In certi casi, come dimostrano i pronto soccorso svuotati, sono stati i pazienti a chiedere il rinvio per paura del contagio. Così, con la fase due, in tutte le Regioni si lavora per ripartire e finalmente sembrano diminuire i pazienti positivi al tampone. Un breve momento di respiro per migliaia di medici che ogni giorno lottano in prima linea mettendo a rischio le loro vite.
I trasporti
Ancora in piena difficoltà sembra, invece, il settore dei trasporti. Con l’avvio della nuova fase sorge un’importante problematica: il sovraffollamento dei mezzi pubblici (che possono essere riempiti solo fino al 50% della loro capienza effettiva). In particolare, l’accesso alla mobilità alternativa è complesso e i mezzi non sembrano sufficienti per garantire un buon servizio e la necessaria distanza sociale. Una storia che si è già sentita tante volte: si permette di tornare ad avere qualche piccola abitudine ma mancano i mezzi per farlo.
Le attività commerciali
Anche il mondo delle attività commerciali sembra possa riprendersi nonostante sia a rischio: il 10% dei casi sono contratti sul luogo di lavoro. Questo perché il contagio può avvenire in base all’esposizione, la prossimità e l’aggregazione, fattori tanto complessi da essere difficili da tenere sotto controllo. Ogni ‘’riapertura’’ dovrà essere modulata sui nuovi criteri di sicurezza sanitaria.
La “nuova” fase 2
Ancora diversa sarà la ‘’nuova’’ fase 2 che inizierà, invece, da lunedì 18 Maggio. Si tornerà ad incontrare gli amici che erano stati messi da parte con il primo decreto ma continua ad essere vietato ogni tipo di assembramento. Abbandoneremo il modulo di autocertificazione, assisteremo alla riapertura di centri commerciali, barbieri, parrucchieri, centri estetici, bar e ristoranti, musei. Si dovranno poi attendere il 25 Maggio per la riapertura di palestre e piscine.
Dal 3 giugno, gli spostamenti tra regioni diverse potranno essere effettuati “secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree”. Tali norme varranno anche per gli spostamenti da e per l’estero. Un apparente ritorno alle nostre abitudini che non deve, però, farci dimenticare che la strada è ancora lunga. Le misure di sicurezza persistono tra le norme da rispettare. Infatti, restano attive sanzioni molto severe: da 400 a 3.000 euro di multa e la sospensione di attività commerciali e produttive.