Da Dubai all’Australia, è già ‘anno nero’ per disastri ambientali
I fenomeni meteorologici del 2024 stanno diventando sempre più preoccupanti. Le piogge torrenziali negli Emirati Arabi Uniti e lo sbiancamento della Grande barriera corallina in Australia rappresentano gli ultimi fenomeni causati dal cambiamento climatico e dall’impatto negativo dell’attività umana sull’ambiente.
Le piogge torrenziali
Lo scorso martedì 16 aprile, Dubai (Emirati Arabi) è stata colpita dalla precipitazione più forte degli ultimi 75 anni (tra i 100 e i 250 mm di pioggia, a seconda della località). Inizialmente si credeva che le piogge torrenziali fossero state provocate dal noto fenomeno del “cloud seeding” (letteralmente “semina delle nuvole”), ma l’ipotesi è stata smentita in breve tempo.
“La semina delle nuvole non può creare nuvole dal nulla. Incoraggia l’acqua che è già in cielo a condensarsi più velocemente e a piovere in determinati punti. Quindi, per prima cosa, serve l’umidità. Senza di essa, non ci sarebbero nuvole”, ha commentato la climatologa Friederike Otto.
Secondo Gabi Hegerl, climatologa dell’Università di Edimburgo, le piogge torrenziali sarebbe invece state causate dall’aumento globale della temperatura.
Lo sbiancamento della barriera corallina
Lo sbiancamento della barriera corallina solitamente avviene quando l’acqua rimane calda per molto tempo, sottoponendo ad un forte stress i coralli. Secondo il Coral Reef Watch della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), quest’anno è stato registrato un quarto evento di questo tipo, ma questa volta con la preoccupazione che possa causare definitivamente la distruzione della Grande barriera corallina.
“L’impatto cumulativo subito dalla barriera quest’estate è stato il più alto di tutte le estati precedenti“, ha dichiarato l’autorità del parco marino australiano.
L’evento avrà ripercussioni sull’intero ecosistema marino e, di conseguenza, anche sull’economia legata ad esso (come il turismo).
Le previsioni
Se lo stress diminuisse, i coralli potrebbero riprendersi, ma purtroppo le previsioni per il futuro non sono buone, considerando l’incremento costante del riscaldamento globale.
“Abbiamo potuto osservare coralli sbiancati anche in profondità“, riferisce il ricercatore Neal Cantin.