Hollywood, lo sciopero di attori e sceneggiatori
Gli sceneggiatori hanno iniziato lo sciopero a maggio e dal 13 luglio anche gli attori si sono uniti alla protesta: non succedeva dal 1960, quando Ronald Reagan era presidente della Screen Actors Guild, il sindacato degli attori, che le star e gli sceneggiatori scioperassero insieme. Oggi alla guida del sindacato degli attori c’è Fran Drescher (protagonista della celebre sitcom La tata), e le rivendicazioni sono diverse.
Chi sciopera
La SAG-AFTRA – fusione dello Screen Actors Guild e dell’American Federation of Television and Radio Artists – ha annunciato lo sciopero: il sindacato che rappresenta 160mila attori del cinema e della tv si è unito alla protesta degli sceneggiatori. Nonostante l’intervento di un mediatore federale, nel rinnovo del contratto tra il sindacato degli attori e gli Studios non è stato ancora raggiunto l’accordo sugli aumenti salariali, sulla protezione dall’uso dell’intelligenza artificiale, sul ricalcolo dei diritti d’autore sullo streaming. Nel 1960 lo sciopero riguardava invece i proventi che attori e sceneggiatori ricevevano dal passaggio dal cinema alla tv, per cui furono sospesi film con Marylin Monroe ed Elizabeth Taylor.
Che cosa chiedono gli attori
Oggi Hollywood è bloccata da una battaglia storica che riguarda le nuove tecnologie. Attori e sceneggiatori chiedono ai servizi di streaming un aumento dei diritti residuali, chiedono cioè di alzare le royalty che vengono pagate quando un film o una serie tv vengono messi online sulle piattaforme. Le serie in streaming di solito sono composte da un numero di episodi inferiore a quello delle serie televisive classiche: in passato se una serie tv aveva successo, e ne venivano trasmesse le repliche, agli attori e agli sceneggiatori veniva pagata una lunga serie di royalty per i diritti residuali, oggi lo streaming li ha danneggiati riducendo i loro compensi. Il sindacato chiede che i diritti residuali vengano calcolati per una parte sui dati di ascolto dei servizi di streaming, ma gli Studios (tra i quali anche Netflix, Amazon e Disney) non vogliono condividere questi dati. La fonte di guadagno delle piattaforme deriva dagli abbonamenti, ma i prodotti televisivi o cinematografici stanno online in modo permanente e quindi il concetto di replica della tv tradizionale non è più applicabile. L’altra richiesta riguarda l’uso dell’intelligenza artificiale nelle produzioni cinematografiche e televisive: esistono garanzie per far sì che l’IA non sostituisca le persone e quindi per salvare i posti di lavoro. Il punto più critico è poi stabilire chi sia il proprietario dell’immagine di un attore nel caso l’intelligenza artificiale lo riproduca.
I big che scioperano e i festival a rischio
A sostenere per primi lo sciopero ci sono i nomi della serie A di Hollywood. Nella lettera scritta due settimane fa dalla Sag-Aftra, in cui si annunciava la mobilitazione, si leggevano le firme di MerylStreep, Jennifer Lawrence, Charlize Theron, Jamie Lee Curtis, Olivia Wilde e Ewan McGregor. Ha poi aderito alla protesta George Clooney, e in segno di solidarietà Matt Damon e gli altri attori del cast di Oppenheimer (il film di Christopher Nolan) hanno abbandonato il tappeto rosso all’anteprima londinese del film, poco prima che lo sciopero iniziasse ufficialmente. Gli effetti a catena dello sciopero non sono ancora evidenti: i ritardi si vedranno tra mesi, con i film e le serie tv che non usciranno. Non ci sono solo i set bloccati: le condizioni della protesta della Sag-Aftra prevedono che gli attori non potranno più promuovere serie e film già realizzati. Il divieto di promozione si estende anche ai social media:le star non possono parlare dei loro prossimi lavori sui loro profili. Niente promozione in tv e neanche le interviste per la carta stampata e i siti possono essere rilasciate: tutte le attività sono state cancellate. Se le parti non troveranno un accordo, lo sciopero si farà sentire con tutta la sua potenza nei prossimi festival: prima di tutto alla mostra del cinema di Venezia, poi Telluride e Toronto. Venezia, come gli altri due festival, deve gran parte della sua attrattiva alla presenza delle star in Laguna. Senza gli attori, solo i registi (che non fanno parte del sindacato degli attori) potranno parlare dei propri film.