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Il pride, una novità vecchia più di cinquant’anni

Quante volte, parlando di pride, notiamo espressioni interrogative nei visi dei nostri interlocutori, come se stessimo parlando di un fatto nuovo, inusuale o addirittura un tabù. Eppure il pride vanta una storia ricca, piena di sfumature e di personaggi che come eroi lottano, senza alcun tipo di arma. Questa storia ha appena compiuto il cinquantaduesimo anno d’età.

Ma cos’è il pride? Con tale termine (che in italiano si traduce con “orgoglio”) s’intende una manifestazione pubblica aperta a tutti indipendentemente dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. Si svolge con lo scopo di celebrare la diversità, le mille sfaccettature e inclinazioni che caratterizzano ognuno di noi e soprattutto il rispetto dei diritti della comunità LGBTQI+, purtroppo ancora troppo poco tutelata.

“Sabato 28 giugno 1969, la rivoluzione allo Stonewall Inn

Tutto ha inizio proprio mezzo secolo fa quando all’ennesimo blitz della polizia, un gruppo di omosessuali e transgender che frequentavano il famoso bar di Christopher Street decise di ribellarsi.

Quella ribellione però non fu fine a sé stessa, ma rappresentò il trampolino di lancio che ispirò e diede forza al movimento LGBT che, acquisita visibilità, inizio a rivendicare diritti e rispetto da parte della società attraverso quello che è appunto, il pride.

Protagoniste della rivolta furono Marsha P. Jhonson e Sylvia Riviera, attiviste e drag queen: la storia affida a loro il ruolo di “caposcuola” in quanto ricordate come le prime a scagliare bottiglie contro i poliziotti.

Il pride in Italia

Nel corso degli anni le “parate dell’orgoglio” si sono fortunatamente diffuse in tutto mondo superando i confini degli States fino ad approdare nella nostra penisola nel 1994 quando più di diecimila persone marciarono insieme a Roma.

Dopo questo primo episodio i pride vennero organizzati ogni anno secondo la formula dell‘Onda Pride, un meccanismo che prevede nel periodo tra giugno e agosto una serie di pride cittadini e regionali a copertura dell’intero territorio nazionale. Nel primo anno l’Onda Pride ha coinvolto 13 città, numero che è andato crescendo progressivamente fino ad arrivare a 39 città nel 2019.

Proprio da Roma giunge quello che sembra essere l’anticamera di un enorme cambiamento: in questi giorni Papa Francesco ha scritto una lettera di sostegno a padre James Martin, gesuita difensore dei diritti LGBTQI+, condividendola poi attraverso il proprio profilo Twitter. Nella lettera Il Papa esprime il suo sostegno al reverendo americano ringraziandolo per la sua attività nella comunità LGBT. L’impatto mediatico e sociale è ancora più forte prendendo in considerazione le polemiche per la nota emessa dal Vaticano, in contrasto con il Ddl Zan.

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