Il trofeo della competizione globale tra Cina e USA
Al centro della rivalità tra Pechino e Washington, Taipei è diventata il barometro dello scontro tra le due superpotenze. Negli ultimi decenni l’attenzione su Taiwan è aumentata in maniera esponenziale. A seconda dei diversi punti di vista, l’isola rappresenta lo strappo inevitabile verso la grandezza, il consolidamento dell’egemonia, o ancora, la barriera da conservare per mantenere lo status quo.
La posizione di Pechino su Taipei
Negli ultimi anni Pechino ha riacquistato l’intera storia patria per ritrovarsi a gestire quei problemi lasciati in sospeso.
Convinta si tratti di una provincia ribelle, di un fraintendimento della storia, la repubblica Popolare ha annunciato l’intenzione di recuperare l’ilha formosa (ovvero isola bella, nome che i portoghesi assegnarono a Taiwan) con la seduzione o con le armi entro il 2049 (data del centenario della rivoluzione comunista).
L’altra Cina
Al termine della seconda guerra mondiale, la Cina comunista non riuscì ad impedire la secessione di Taiwan perché cronicamente estranea al mare. Quando nel 1949 i nazionalisti guidati da Chiang Kai-shek si rifugiarono a Formosa la repubblica popolare non possedeva i mezzi per inibirne la fuga. I soldati di Mao furono costretti a guardare dalla costa i nazionalisti allontanarsi all’orizzonte anziché lanciarsi sulle onde e rincorrerli. Da allora esiste un’altra Cina, quella nazionalista, formalmente misconosciuta dagli Stati Uniti nel 1979 per avvicinarsi allora a Pechino in funzione anti sovietica. In realtà un fantasma che offre al mondo un approccio alternativo poiché tenuto in vita proprio dalla Casa bianca, abbastanza per umiliare la pretesa di Pechino di rappresentare l’avanguardia della storia, plastica immagine di una società spaccata, incompiuta e distante da ciò che vorrebbe essere.
Finalmente sognante di conquistare il continente asiatico e soppiantare gli stati uniti come egemone mondiale, oggi l’impero cinese deve risolvere tali ancestrali fragilità.
L’importanza di Taiwan
Ma perché Taiwan è così importante ? Una risposta stringata, è che la sua sorte può cambiare lo scenario geopolitico in misura tale da rendere inaccettabile la sua perdita.
Chiunque controlli Taiwan riuscirebbe a plasmare la fisionomia geopolitica nell’area del Pacifico, regione sempre più centrale e dunque potenzialmente capace di risultare cruciale nel determinare la traiettoria futura dell’intero pianeta.
L’invasione Ucraina e lo spettro del secessionismo taiwanese
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sta rendendo la Cina l’osservato speciale. Possibile pedina all’interno di una scacchiera diplomatica assai complessa. Allo stesso tempo lo schieramento netto di Taiwan nel campo occidentale di vicinanza all’Ucraina ha provocato una reazione molto aspra da parte della Repubblica popolare. La Cina ha seguito una posizione diplomatica molto ambigua ma che in realtà cela un certo disappunto di Pechino nei confronti di Mosca. Pechino non è soddisfatta per una serie di ragioni di natura domestica ma anche di natura estera, tant’è vero che non ha mai appoggiato le operazioni militari di Mosca e non ha mai riconosciuto le repubbliche del Donbass.
La Repubblica popolare sta avendo una postura circospetta rispetto a ciò che sta accadendo in Ucraina anche perché vuole capire cosa significa la reazione americana, cosa può comportare per esempio una stretta tramite delle sanzioni nei confronti della Russia, e cosa potrebbe succedere in Cina se dovesse invadere Taiwan.