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Journaling: perché ci fa bene tenere un diario

Con l’espressione journaling si fa riferimento alla pratica di tenere un diario per esprimere i propri pensieri, emozioni o esperienze quotidiane, oltre che per disegnare, registrare idee o incollare ricordi. È un mezzo per esternare sé stessi, senza regole o limitazioni.

Lev Tolstoj scriveva: “Sono due anni che non prendo in mano il diario, e pensavo che non avrei più ripreso questa abitudine infantile. Ma non è una ragazzata, è dialogare con sé stessi, con la parte vera, divina, che vive in ogni uomo”. Spesso si tende ad associare la scrittura di un diario ad una pratica infantile o adolescenziale. Eppure, così come sosteneva Tolstoj, è tutt’altro che una puerile perdita di tempo. Psicologi e scienziati hanno infatti dimostrato che il journaling è una terapia naturale per corpo e mente in grado di apportare numerosi benefici, un vero “toccasana” contro ansia, confusione e stress.

Conoscere sé stessi

Il tempo della nostra epoca è un tempo che non aspetta. Tutti sembrano avere fretta: corse continue, impegni su impegni, to do list irrealistiche da portare a termine in sole 24 ore. La noia sembra una condizione lontana che non ci appartiene più, perché in quei rari frangenti vuoti delle nostre giornate ci dirigiamo come degli automi sulle app dei nostri smartphone. E così ci perdiamo tra le storie di Instagram o tra i video di TikTok, fino a quando non abbiamo un nuovo impegno.Non sappiamo più annoiarci e di conseguenza non sappiamo più trascorrere del tempo con noi stessi. Questa però è un’enorme lacuna del nostro tempo, poiché ascoltarsi e riflettere su di sé è fondamentale. Si tratta di una regola aurea per l’essere umano, tanto da essere stata scalfita sulla pietra dell’antico tempio di Delfi: “Conosci te stesso” (γνῶθι σαυτόν). Ecco che il journaling ci aiuta a fare proprio questo, a riconnetterci con la nostra dimensione interiore. Scrivere un diario significa ritagliarsi un momento per sé e avere la possibilità di ascoltarsi, di dare voce alle proprie emozioni, pensieri, riflessioni.

Alleggerire la mente

Gli psicologi chiamano “ruminazione” quell’attività cognitiva che ci induce a rimuginare costantemente sui nostri pensieri, che diventano ossessivi, ripetitivi, costanti, a tal punto da provocare ansia e stress. Il journaling ci consente di metterli per iscritto, di trasformare preoccupazioni astratte in riflessioni concrete, in un processo che diventa quasi catartico. In semiotica si parla di “debrayage”: nel momento in cui la nostra attività mentale si traduce in inchiostro su carta, stiamo dando vita al nostro mondo interiore. 
Questo meccanismo di scrittura ci “costringe” a semplificare i nostri pensieri e a considerarli da una nuova prospettiva. Quando invece li teniamo chiusi nella nostra testa, restiamo intrappolati in un labirinto da cui è difficile uscire. 

Tracciare la propria crescita

Un diario personale è anche l’occasione per migliorare sé stessi e per tenere traccia dei propri cambiamenti. L’identità di ognuno di noi infatti non è stabile e monolitica, al contrario è in costante evoluzione: l’“io” di oggi non è uguale a quello di ieri e non sarà mai uguale a quello di domani. Il journaling diventa quindi l’occasione per vedere concretamente il proprio percorso di crescita e di maturazione.

Inoltre il diario funge anche da capsula del tempo per il sé futuro. La vita trascorre in fretta, le cose cambiano, si trasformano e spesso si dimenticano: averle registrate su carta è un modo per renderle “immortali”, per poterle rivivere sempre.

Stimolare la creatività

Il diario è anche un vero e proprio giacimento di spunti creativi. Avere uno spazio bianco a propria disposizione stimola una scrittura libera da aspettative o preoccupazioni sul risultato finale. Tale mancanza di vincoli aiuta a pensare fuori dagli schemi e a sviluppare il pensiero laterale. In questo modo riusciamo pure ad affinare la nostra capacità di osservazione poiché anche i minimi dettagli della quotidianità diventano preziose fonti di ispirazione.

Infine il journaling offre anche l’opportunità di sperimentare diverse forme di espressione: scrittura, disegni, collage, pittura, poesia. Per esempio è diventato molto popolare il cosiddetto “junk journaling”, ossia l’utilizzo di materiali di recupero per comporre pagine di diario uniche, artistiche e dense di significato emotivo. Si possono utilizzare fotografie, biglietti, mappe, lettere e ritagli di carta di vario tipo per dare vita ad una fusione artistica che rifletta la propria personalità: una vera e propria estensione cartacea delle proprie emozioni. 

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