La coscienza di Zeno a teatro
La Coscienza di Zeno messa in scena al Quirino di Roma dal 17 al 29 ottobre 2023, dal Teatro stabile del Friuli-Venezia Giulia (regia di Paolo Valerio), in occasione del centenario del celebre romanzo di Italo Svevo, produce nello spettatore una profonda e coinvolgente immersione nella trama del racconto. Protagonista della storia è Zeno Cosini (interpretato da Alessandro Haber), un ricco commerciante triestino che, giunto all’età di cinquant’anni, decide di affidarsi alla terapia psicanalitica per liberarsi dalla sua inettitudine, dai vari complessi che lo affliggono, per guarire dal vizio del fumo e dalla sensazione di “malattia” che da sempre lo tormenta.
Nella rappresentazione teatrale si nota fin da subito l’incredibile fedeltà con cui sono stati riportati gli eventi raccontati nel romanzo, il loro tempo cronologico e strutturale. L’atmosfera scenica, incalzante e distesa, ironica e seria rende il tempo e il luogo autentici grazie ai suoni, al linguaggio e ai costumi fedeli all’epoca storica dell’ambiente triestino. Il colore principale è il grigio, usato nelle sue varie sfumature: dalle tende, ai costumi, alle immagini proiettate sullo sfondo. Qui prendono forma – grazie ai video di Alessandro Papa – i ricordi più significativi di Zeno. Tutti gli attori dimostrano un grande talento, in particolare Alessandro Haber, che ha interpretato intensamente lo smarrimento di Zeno Cosini, barcollante in tutti i sensi di fronte al senso di inferiorità e all’inadeguatezza della sua vita.
Colpisce molto la trovata registica dello sdoppiamento del personaggio, il fatto che lo Zeno “vecchio” sia sempre presente sul palcoscenico contemporaneamente allo Zeno “giovane”, interpretato dall’attore Alberto Onofrietti. I due, il vecchio che racconta e il giovane che ne mette in scena i ricordi, sembrano entrare in conflitto, e spesso lo Zeno “vecchio” riprende lo Zeno “giovane”, suggerendogli i toni di voce usati nella realtà, che poi vengono rappresentati. Il narratore risulta così essere un personaggio della rappresentazione teatrale e, allo stesso tempo, “coscienza” del personaggio stesso. Via via che il protagonista racconta i fatti più salienti e decisivi della sua vita, i personaggi che affollano la vita di Zeno – il padre, la suocera, la futura moglie, il cognato, e anche il suo alter ego da giovane – fanno il loro ingresso, entrando e uscendo dalla scena.
Nello spettacolo sono state ben rappresentate le varie tematiche presenti nel romanzo. Durante l’intero corso della messa in scena, il protagonista fuma in maniera incessante una sigaretta dopo l’altra, interrompendo anche il dialogo per richiedere una “pausa sigaretta”: la sua nevrosi si
manifesta attraverso il senso di insoddisfazione costante, l’angoscia, la paura incontrollabile e il conflitto perenne con l’ambiente che lo circonda. Lo stesso Zeno, durante la narrazione in prima persona, afferma: “La malattia è una convinzione e io nacqui con quella convinzione”. La malattia da cui Zeno si sente continuamente minacciato si identifica con la malattia del mondo e della società.
Un altro tema è quello che riguarda il rapporto conflittuale con il padre, ricco di silenzi e di fraintendimenti. Zeno si sofferma con particolare attenzione sugli ultimi giorni di vita del padre, quando in punto di morte colpisce con uno schiaffo il figlio, sigillando con un ultimo malinteso il legame complesso tra i due.
Sulla scena anche il rapporto immaturo di Zeno con le donne, il quale in un certo momento della sua vita decide di frequentare le tre sorelle Malfenti, innamorandosi di Ada, per poi sposare Augusta. È soprattutto in questa paradossale e avvincente vicenda sentimentale che Zeno si caratterizza come un inetto, incapace di compiere delle scelte, propenso piuttosto a lasciarsi trascinare dagli eventi. Dopo il matrimonio, Zeno diventa l’amante di Carla: ecco allora che il
rapporto matrimoniale e quello extra-coniugale procedono di pari passo, finché poi Carla non sposerà il suo insegnante di canto.
Si racconta anche la storia dell’impresa commerciale portata avanti da Zeno con Guido Speier, marito di Ada, e il rapporto con il cognato nei confronti del quale Zeno prova una forte antipatia e un sentimento di rivalsa. L’azienda di Guido va in completa rovina, sia a causa dell’inadeguatezza e della disattenzione di Guido, sia per la svogliatezza e l’incertezza di Zeno. Tema centrale e filo narrativo del romanzo è poi la psicanalisi, con la terapia che Zeno ben presto interromperà e finirà per rifiutare e criticare aspramente. Al termine della rappresentazione Zeno fa una riflessione sulla condizione esistenziale dell’uomo. Attraverso il protagonista che si dichiara completamente sano, Svevo rivela che la malattia interiore che affliggeva Zeno è una condizione comune a tutta l’umanità. Il progresso è in realtà per l’uomo un falso progresso: è solo degenerazione e malattia, dovuti al suo desiderio di potere e di prevaricazione assoluti. Lo spettacolo, così come il romanzo, termina con Zeno che descrive una scena apocalittica: “Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po’ più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie”.
Dunque, per Svevo, la dichiarata guarigione dell’uomo coincide con l’estinzione della specie umana sulla terra. Sia la conclusione del romanzo sia quella dello spettacolo risultano quindi essere davvero profondamente moderne e attuali.
Veronica Forte
Ludovica Occhipinti
Ilenia Persi
Giorgia Veccelli