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La prima mostra italiana dedicata a Yves Saint Laurent: bozzetti per cabaret, balletto e teatro

Elegante, innovatore, creativo, Yves Saint Laurent è stato uno dei più grandi stilisti del XX secolo. I suoi disegni hanno rivoluzionato il mondo della moda, permettendo al suo nome di affermarsi tra le leggende del settore.

Nonostante il suo genio sia universalmente riconosciuto, fino ad ora in Italia non era mai stata allestita una mostra incentrata sulle sue creazioni. Ecco allora che dobbiamo alla fondazione Nicola Del Roscio il merito di averci aperto le porte all’esposizione “Yves Saint Laurent En Scene”, la prima a lui dedicata in Italia, nonché la prima incentrata sull’amore del designer per il teatro, il balletto e il cabaret. Infatti fino al 7 marzo 2025 a Roma abbiamo la preziosa possibilità di accedere ad una collezione inedita di oltre 60 bozzetti e disegni di scena realizzati da Saint Laurent tra il 1959 e il 1978 per i più importanti spettacoli parigini: un’occasione da non perdere per scoprire un altro lato dell’opera dello stilista attraverso un suggestivo viaggio nel suo universo creativo.

Quando il balletto incontra la moda

In pochi sanno che il mondo dello spettacolo e del balletto è un filo rosso che percorre tutta la creazione artistica di Yves Saint Laurent: conquista il suo cuore sin da bambino e lo accompagnerà durante la sua intera evoluzione creativa e professionale. 

All’età di 14 anni assiste alla sua prima rappresentazione teatrale, “L’ècole des femmes” di Molière, e resta folgorato dalla magia di quell’ambiente. Il piccolo Yves si innamora delle scenografie e soprattutto dei costumi, un amore che lo destinerà al fortunato incontro con Christian Dior, che coglie subito il suo talento e lo introduce nel settore dell’alta moda. 

Tuttavia, il suo genio artistico e creativo riesce davvero ad emergere grazie al coreografo Roland Petit. È proprio quest’ultimo infatti ad assegnargli l’incarico di disegnare i costumi per la messa in scena di uno dei suoi balletti più belli, “Cyrano de Bergerac”. Le creazioni dello stilista sono talmente apprezzate che nei due anni seguenti l’amico gli commissionerà ben 8 balletti. Per non parlare poi del legame e dell’intesa che si instaura tra Saint Laurent e la ballerina Zizi Jeanmaire, moglie di Petit, per la quale disegnerà alcuni tra i suoi costumi più belli, oltre che tra i più maturi e riusciti dal punto di vista artistico.

Influenze e ispirazioni

L’arte di Yves Saint Laurent è un sincretismo artistico, un collage di ispirazioni e di raffinati rimandi alla pittura, alla letteratura, al teatro: è arte nell’arte. Ma è anche un mosaico di culture: dall’Africa araba (nella quale era nato e cresciuto) con i suoi colori sgargianti, alla Russia nota per i suoi abiti bordati di pelliccia, fino all’ampio impiego delle piume che dalla civiltà egizia sono poi diventate le regine del mondo dello spettacolo grazie al burlesque. Tutti questi elementi sono presenti nei suoi schizzi di scena, ma le piume in particolare sono tra le protagoniste indiscusse dei costumi del designer, poiché più di ogni altro elemento erano in grado di esprimere la leggiadria e il dinamismo del movimento senza mai sacrificare la raffinatezza.

I primi disegni esposti nella mostra colpiscono fin da subito per la loro forza visiva in termini di colori, forme e materiali: accostamenti cromatici all’epoca nuovi come il nero e il fuxia, gonne ampie e vaporose, giochi di trasparenze e lunghezze audaci catturano subito la nostra attenzione.

Nonostante i bozzetti siano vari, poliedrici e caratterizzati ciascuno dai propri tratti distintivi, chiunque riuscirebbe a cogliere subito il valore unificante di ogni sua creazione: l’eleganza. Anche nel mondo dello spettacolo, che richiede uno stile più eccentrico e ricco di dettagli e decorazioni, il designer riusciva a mantenere un’aura di raffinatezza, senza mai risultare provocante.

Non solo uno stilista

Non si assiste solo ad una mostra di bozzetti per costumi di scena, ma ci si confronta con un intero universo culturale, complesso e multiforme. Si manifesta tutta la sua cultura e maturità artistica: nei suoi disegni emergono le posture dell’arte classica, le influenze orientali che traspaiono nei ricami elaborati e nelle forme drammatiche, ma anche i colori vividi di Matisse e le forme geometriche di Mondrian come nei reticolati del costume di Arlecchino. Questo approccio artistico aggiungeva un ulteriore livello di profondità alle sue creazioni per il balletto, dove l’aspetto visivo doveva rispecchiare non solo la bellezza del corpo in movimento, ma anche il contenuto emozionale e narrativo delle performance.

I suoi disegni sono unici anche perché infrangono la consueta staticità dei bozzetti di moda, sembrando quasi prendere vita e danzare sul foglio: in tal modo chi li osserva è in grado di percepire la resa ultima di quei costumi che, una volta realizzati, sarebbero stati indossati sui prestigiosi palcoscenici parigini.

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