LeBron James, il genio del basket
Sono bastati appena ventiquattro minuti ed una prestazione da 17 punti, 7 rimbalzi e 9 assist a LeBron Raymone James per raggiungere un’altra pietra miliare nella sua carriera. Nella notte del 21 novembre, con la vittoria dei Los Angeles Lakers sugli Utah Jazz, il ventitré gialloviola è diventato il primo ed unico giocatore nella storia dell’NBA a raggiungere i trentanove mila punti in carriera e, grazie alla tripla segnata sul momentaneo 11-8, durante il primo quarto di partita, è salito al settimo posto nella classifica dei migliori tiratori di sempre da tre punti (2293). “Mi hanno fatto le congratulazioni sia i miei compagni sia i coach, ma ancora non ho avuto l’opportunità di realizzare cosa significhi davvero. Raggiungere un traguardo del genere per primo è figo, è un grande momento”: ha commentato la superstar statunitense a fine partita.
I numeri di quest’anno
La stagione di King James, come viene chiamato fin dai tempi in cui frequentava la High School, è a dir poco stupefacente. Il “Re” sta viaggiando ad una media di punti per partita (25.1), di gran lunga più alta rispetto a quella di qualsiasi altro giocatore che sia arrivato al ventunesimo anno di carriera in NBA; basti pensare che il più vicino alla media, Vince Carter, è fermo a 7.4. Continuando con questo ritmo, James potrebbe raggiungere già in questa stagione i quaranta mila punti: un traguardo che ancora una volta lo incoronerebbe “Re” dei marcatori NBA. Con lui in campo la squadra gialloviola di Los Angeles, su cento possessi, segna di più e subisce di meno. Statistiche che sarebbero fantascienza per un qualunque altro giocatore, figuriamoci per chi, teoricamente, sarebbe alle battute finali di una carriera lunga oltre due decenni.
Il siparietto a fine partita
A fine partita James ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Spectrum Sportsnet nel corso della quale il giornalista ha commentato il fatto che James fosse non solo il giocatore più anziano della lega, ma anche dello stesso coach Will Hardy, l’attuale allenatore degli Utah Jazz. Dopo un primo momento in cui James sembrava di non aver capito le parole del giornalista, il cestista ha poi risposto con stupore e ironia: “Oh, wow. Oh mio Dio. … Bella questa. Mi hai colpito. Questo è pazzesco.”
A kid from Akron
LeBron Raymone James nasce ad Akron (Ohio) il 30 dicembre 1984. Dopo un’infanzia durissima, vissuta in condizioni economiche difficili, senza un padre e con il solo sostegno della madre (Gloria Marie James), il giovane LeBron trova nella pallacanestro la sua passione e la sua ragione di vita. The chosen one (il prescelto), epiteto attribuitogli da Sports illustrated, uno dei più grandi giornali sportivi d’America, entra in NBA nel 2003, e riesce a conquistare nei suoi ventuno anni di carriera moltissimi premi e riconoscimenti, sia a livello individuale che di squadra. LBJ è considerato senz’altro uno dei migliori cestisti di tutti i tempi, ma forse ciò che lo distingue veramente dagli altri è il suo impegno nel sociale: nel luglio del 2018 James ha avviato infatti nella sua città natale il progetto I Promise School, con l’obiettivo di fornire un’istruzione e un luogo accogliente ai ragazzi che vivono in situazioni difficili.
Trentanove: un numero, tre significati
Il destino non è stato certo fermo a guardare, anzi ha voluto un posto in prima fila davanti alla storia. LBJ, il prossimo 30 dicembre, spegnerà esattamente trentanove candeline. Trentanove, come i punti (aggiungendo tre zeri) che il ragazzo originario di Akron ha raggiunto proprio nella partita contro gli Utah Jazz a trentanove giorni di distanza dalla sua data di nascita. Una coincidenza, certo, del tutto casuale, che però aggiunge un tocco magico alla serata già perfetta e memorabile della stella dei Los Angeles Lakers.