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Mascherina: il must-have dell’anno

Da qualche parte nell’etere digitale ho letto che la frase “dove comprare una mascherina” sia stata la frase più cliccata degli ultimi quattro mesi. In effetti non faccio fatica a crederlo, avendola googlata io stessa. Ridondante starne a spiegare il perché; il Coronavirus è entrato nelle nostre vite insinuandosi a suon di “è solo un’influenza”, finendo con un “non uscite di casa se non con una mascherina”.

Ma quale?

Dimmi che mascherina porti e ti dirò chi sei

Tralasciando l’iniziale emergenza e conseguente panico per lo scarso assortimento, dato da un paese chiaramente impreparato ad affrontare una pandemia, oggi la scelta è ampia. Così ampia da dire: dimmi che mascherina porti e ti dirò chi sei.

FFP con valvola

È ormai chiaro che di mascherine FFP (Filtering Face Piece) con valvola ne abbiamo di 3 tipologie: le FFP1 con una capacità filtrante delle particelle nell’aria del 72%, le FFP2 del 94% e le FFP3 del 99%. La valvola permette all’aria calda che viene espirata di uscire dalla mascherina senza ostacoli; non si accumula umidità, perciò non provocano nessun problema di condensa e per questo sono le migliore amiche degli occhialuti. Ma a causa del loro design, la funzione del filtro dall’interno verso l’esterno viene meno. Proteggono benissimo quindi chi le indossa ma non le persone a noi vicine.

Per questo, sono prontamente rinominate le selfish masks, poiché consentono comunque a chi la indossa di spargere il virus non proteggendo gli altri; e chi le acquista fa venir meno la loro disponibilità agli operatori sanitari a contatto con pazienti infetti. Insomma, se per strada vedete passarvi accanto una persona con una FFP1, FFP2 o FFP3 non fermatevi a chiedergli dove l’ha acquistata rimanendo affascinati dalla valvola che voi non avete, ma allontanatevi quanto più possibile e sperate non sia infetto.

FFP senza valvola

Le sorelle FFP meno egoiste invece sono quelle senza valvola, e proteggono anche chi ci sta intorno, perché hanno una funzione di filtraggio dalla bocca verso l’esterno. Ma questo modello porta alla luce un problema di comfort: il calore, la condensa, l’umidità si accumulano all’interno della mascherina fino a rendere la respirazione impossibile solo dopo qualche minuto. E anche se lavata con accuratezza ogni giorno, la FFP senza valvola andrebbe decisamente sostituita con frequenza, cosa che per il costo non così accessibile, non è possibile.

Perciò, a meno che non sia una vostra nonna ad indossarla, che in questo periodo igienizza con Napisan ogni superficie o capo d’abbigliamento, cambierei marciapiede.

Mascherine chirurgiche

Per questo motivo, le più ricercate, consumate ed economiche sono le mascherine chirurgiche o meglio le “mascherine del popolo”. Sono composte da strati di tessuto, lacci o elastici e permettono di proteggere le altre persone. Non sono nate per proteggere chi le indossa, ma se tutti in un ambiente circoscritto le indossano, nessuno può contagiare nessuno. Come se tutti guardassero le spalle del proprio vicino, senza neanche conoscerlo. Chi le indossa è colui che ne ha un pacco da 50 a casa propria e che nonostante il colore che urla “ospedale” e il calore che di certo aumenta di mese in mese, si sente parte di una comunità che sa che è pronta a proteggersi a vicenda.

Mascherine Home-made

Il terrore da mancato assortimento inziale, ha scatenato sgomento ma anche tanta creatività. In mancanza delle mascherine chirurgiche c’è chi ha tirato fuori la macchina da cucire e ha creato con fodere per cuscini, vecchie stoffe e bandane le mascherine più originali. Sul web è stato creato un hashtag apposito per consacrare l’evento, e così le persone hanno avuto modo di riempire il loro lockdown con un art-attack proficuo e indispensabile. Nonostante le mascherine chirurgiche siano ora alla portata di tutti, c’è chi ancora indossa gelosamente la sua home-made mask, e chi invece l’ha sostituita ma per conservarla; poiché è un accessorio che sta segnando un periodo storico che tutti speriamo di poter dimenticare in fretta.

Fashion masks

Come le casalinghe, anche le case di moda hanno messo mano alla loro macchina da cucito e ormai quello che tutt’oggi è uno strumento per contrastare il virus, è diventato anche un accessorio di moda. Sebbene siano bellissime, non sono accessibili ai più, che ripiegano invece su quelle home-made o quelle chirurgiche, entrate a far parte della nostra quotidianità.

Il passo in avanti dell’OMS

Se il documento del 6 aprile aveva visto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sostenere che non ci fossero sufficienti prove dell’efficacia dell’uso delle mascherine per le persone sane, oggi l’OMS ha fatto un passo in avanti. Considerate le nuove prove sulla trasmissione del coronavirus, l’organizzazione obbliga tutti ad indossare le mascherine perché utili contenere i contagi, con tanto di istruzioni per fabbricarle in casa, con un altro art-attack, (magari).

Un atto di gentilezza universale

È perciò proprio la mascherina il cosiddetto must-have che la moda non poteva prevedere. Un must-have del quale avremmo fatto volentieri a meno, ma che è portatore sano di amore nei confronti del prossimo. Portare la mascherina oggi rappresenta un atto di gentilezza universale.

Non portarla significa non rispettare gli altri; significa essere ignoranti e ottusi, ma soprattutto significa sentirsi invincibili in un mondo che ci sta dicendo in tutti i modi che non lo siamo.

Francesca Oddi

Dottoressa in Giurisprudenza. Romana di nascita, ma veneziana d'adozione. Scrivo e coordino il magazine LUMSA dal primo anno di università. https://www.linkedin.com/in/francesca-oddi-134880115/

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