La misoginia nella scena musicale: il caso La Sad
Quante volte sarà capitato di ascoltare una canzone e riconoscersi in quelle parole? È proprio questo il potere della musica, arrivare dritto al punto e suscitare emozioni che sono nascoste da qualche parte dentro di noi. Per gli adolescenti, in particolare, la musica viene vista come un rifugio, un mezzo per rilassarsi e un modo semplice e piacevole che aiuta ad estraniarsi dal mondo nei momenti più difficili o allontanarsi dai problemi reali.
La musica, come forma d’arte, dovrebbe quindi essere un veicolo di espressione senza pregiudizi, un luogo in cui le voci di tutti possono essere ascoltate e rispettate. Tuttavia, nel mondo della musica, la misoginia continua a persistere come un’ombra inquietante.
La Sad a Sanremo
Dall’annuncio dei 27 big in gara da parte di Amadeus, conduttore e direttore artistico del Festival di Sanremo 2024, la partecipazione del trio milanese La Sad è finita sotto i riflettori e al centro delle polemiche. Sono finiti nel mirino testi come “Ma tu sei peggio della coca, sei una tr*” (Da Sto nella sad), e “ti sco* solo per strapparti il cuore” (Da Psycho girl). Ciò ha portato il Codacons a chiedere la loro esclusione dalla gara dei Big di Sanremo 2024, in presenza di testi giudicati “violenti e volgari nei confronti delle donne”. “Un Paese che si commuove per Giulia Cecchettin non può applaudire brani offensivi nei confronti delle donne e caratterizzati da una esaltazione costante di violenza e misoginia”, ha affermato l’Associazione. Attraverso un video sul suo profilo Instagram, Amadeus ha detto la sua: “Prima si ascolta la canzone, si legge il libro, si guarda il film o un programma televisivo e poi si esprime un parere o si giudica. Non prima. È sbagliato avere un pregiudizio”.
Non c’è da meravigliarsi però, questo non è di certo il primo caso: da qualche anno a questa parte, infatti, il programma sta cercando di attirare l’attenzione del pubblico più giovane, portando sul palco artisti che presentano canzoni e atteggiamenti che si vanno a scontrare con la tendenza conservatrice, ancora molto forte, del festival. Ricordiamo, tra quelli che hanno fatto più scalpore, Rosa Chemical (l’anno scorso), e prima ancora Achille Lauro.
Il valore delle parole
Un occhio di riguardo si ha soprattutto verso le parole utilizzate nelle canzoni, i cui testi spesso oggettivano e riducono le donne a stereotipi sessualizzati. Basta aprire TikTok, social sempre più di tendenza (specie tra i giovani), per notare come canzoni che trattano argomenti del genere vengano utilizzate per creare trend o balletti, sminuendo il loro significato. Attraverso i testi delle canzoni, con funzione di specchio sociale, si può allora riflettere sulle dinamiche culturali e i valori dominanti presenti nella nostra società.