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Musica, conta il talento o è solo questione di numeri?

Dalla prima settimana del 2025 sono cambiate le soglie di certificazione “FIMI” (Federazione Industria Musicale Italiana, ndr). Difatti, possiamo vedere come vi siano dei nuovi parametri per raggiungere il singolo d’oro e di platino. La FIMI ha fissato questi numeri: 100.000 unità per certificare il singolo oro, 200.000 unità per il platino, mentre restano invariati i parametri per gli album e le compilation (25.000 per l’oro, 50.000 per il platino). 

Ora, la domanda che sorge spontanea è: come queste soglie influiranno sull’industria musicale italiana? E quali generi premierà e quali ne subiranno le conseguenze?

Trap e rap contro tutti: vittoria assicurata per i primi

Negli ultimi anni abbiamo visto crescere tanti artisti, che hanno riempito con i loro concerti gli stadi e i palazzetti di tutta Italia. Questi nuovi artisti, che sono entrati a far parte del panorama musicale italiano e di cui ascoltiamo i singoli alla radio, portano dei generi che piacciono molto alla Generazione Z: la trap e il rap. Coloro che cantano e producono questi generi sono aiutati molto da piattaforme social come TikTok, Instagram e Spotify. Proprio su quest’ultima piattaforma si fondano le nuove soglie fissate dalla Fimi perché, attraverso gli streaming, cioè la quantità di volte che una persona ascolta una canzone, si raggiungono obiettivi e numeri molto alti. In Italia di artisti che fanno questo genere ce ne sono tanti, specialmente in questo periodo; due in particolare, però, popolano le vette delle classifiche di radio, singoli e album: Lazza e Sfera Ebbasta. 

Con questi nuovi parametri si affermeranno dunque questi nuovi stili musicali, mentre avranno meno seguito gli stili più classici e meno ascoltati dalla nuova generazione.

Meno canto più numeri: la nuova industria musicale italiana


I cantanti dei generi più di successo tra i giovani utilizzano uno strumento utile, ma di cui si fa forse un uso spropositato, e cioè l’Auto-Tune. Esso viene utilizzato, ormai, anche da parte di cantanti poco dotati dal punto di vista artistico, grazie al quale riescono a produrre canzoni che ottengono successo. Considerati i nuovi generi e chi li canta, ci si chiede allora: conta il talento o conta solo fare numeri? Sembra chiara la risposta: più numeri, meno talento e con questo meno possibilità per i nuovi artisti emergenti di fare uno stile diverso da quello di tendenza (a meno che non ci si arrenda alla nuova “moda”). Ma la musica è un linguaggio universale, che serve ad esprimersi, per mandare messaggi importanti, divertirsi e stare con gli altri, finalità che sembrano ormai svanite.

Che senso ha allora fare musica se per essere considerati bisogna omologarsi agli altri e fare numeri? Non resta altro che dire: benvenuti nel nuovo panorama musicale italiano!

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