Nomadland, il successo di Cloé Zhao
Quella del 26 Aprile è stata la notte più attesa dell’anno per gli amanti del grande schermo: la notte degli Oscar. Un evento ricco di attesa, emozione e magia. Quest’anno la famosa statuetta d’oro si è tinta di rosa, perché a trionfare è stata Chloé Zhao, una straordinaria regista di nazionalità Cinese che si aggiudica il premio come miglior regista per il suo film Nomadland. Chloé è la seconda regista donna nella storia, dopo Kathryn Bigelow che vinse nel 2010, ed è la prima regista asiatica a vincere questo prestigioso premio. Nonostante l’incredibile successo ottenuto, il suo trionfo non è stato ancora celebrato in Cina e vi sono anche notizie di censura. Questo film ha qualcosa in comune con il film di animazione Disney Pixar Soul: un viaggio dentro se stessi, e quindi forse non è proprio un caso che si possa vedere Nomadland sulla piattaforma di Disney+.
La trama
Nomadland ha vinto il premio come miglior film, miglior regia e migliore attrice protagonista: scopriamo insieme il perché. Questo film parla di Fern, personaggio magnificamente interpretato dall’attrice Frances McDromand, una donna di mezza età che ha perso suo marito e il lavoro. Prima di allora conduceva una vita semplice e tranquilla come quella di chiunque altro, ma non ci faceva neanche caso, era la normalità. Però quando suo marito è morto qualcosa è cambiato per sempre. Decide così di lasciare la sua vecchia vita, le sue abitudini, la sua casa e partire a bordo di un camper che diventerà la sua dimora a quattro ruote. Passa da città in città, da lavoro a lavoro, come quello stagionale da Amazon, e conosce molte persone che intraprendono una vita simile alla sua. Quello che è ammirevole di questo personaggio, che ha avuto il coraggio di rivoluzionare completamente e riadattare la sua vita a questa nuova condizione, è che in più di un’occasione, nonostante la sua difficile condizione, non si tira indietro per aiutare chi lo chiede o chi ne ha bisogno. Il suo viaggio è lungo, infatti percorre molte miglia, ma il viaggio più lungo di tutti è quello dentro se stessa.
Homeless o houseless?
Fern non si definisce homeless (senza tetto), ma houseless (senza casa). Effettivamente una casa la ha eccome: il suo camper, che nonostante sia una dimora poco convenzionale e certamente limitata è per lei molto importante tanto che non ha intenzione di sostituirla per nessun motivo. Infatti la personalità di Fern non è adatta a vivere nella tipica casa americana. Lei è uno spirito libero, priva di qualsiasi preconcetto e limite. Impara una lezione e ne dà una a sua volta a tutte le persone che conosce durante il viaggio, e un pezzettino di loro rimane dentro di lei. Emarginata dal sistema, ma libera.
Un film che rappresenta un appello
Certamente questo film rappresenta un appello nei confronti del sistema americano, una delle frasi affermate nel film che lo testimonia è: “Usciamo dalla dittatura del dollaro. Il Titanic sta affondando, buttiamo a mare una scialuppa e cerchiamo di salvare quante più persone possiamo”. Sempre più persone a causa di un sistema a tratti anche crudele, al quale non riescono ad adattarsi, si ritrovano emarginati, abbandonati e dimenticati. Alcuni sono costretti a vivere come Fern, per altri invece è una scelta. Scelgono la libertà.