AttualitàPrimo Piano

Non solo il ragazzo dai pantaloni rosa,”anch’io vittima del bullismo”

Il ragazzo dai pantaloni rosa è un film italiano che ha fatto il suo debutto il 7 novembre 2024. Diretto da Margherita Ferri, la pellicola si ispira alla vera storia di Andrea Spezzacatena, un ragazzo quindicenne vittima di bullismo e cyberbullismo, che purtroppo si è tolto la vita il 20 novembre 2012. La vicenda è iniziata quando, per un errore di lavaggio, il ragazzo indossò a scuola un paio di pantaloni diventati rosa. Questo episodio scatenò una serie di attacchi verbali e fisici da parte dei compagni, culminando con la creazione di una pagina Facebook denigratoria.

Una voce reale: l’impatto del bullismo sui giovani.

Per comprendere meglio il tema, è stata raccolta una testimonianza diretta, attraverso una breve intervista che abbiamo fatto a una ragazza che è stata vittima di bullismo durante il periodo delle scuole elementari.

Come hai vissuto l’esperienza del bullismo?

“L’ho vissuta in modo devastante. È stata un’esperienza che ha rovinato una parte della mia infanzia”.  

Quando hai iniziato a subire episodi di bullismo?

“Tutto è cominciato in quarta elementare e si è fermato solo quando ho deciso di cambiare scuola a metà della quinta”.  

Hai mai trovato il coraggio di parlarne?

“Sì, inizialmente con i miei genitori, anche se loro avevano già capito cosa stava accadendo. Ho poi affrontato la questione con uno psicologo e un terapeuta familiare perché, senza volerlo, la situazione stava influenzando anche mia sorella, che all’epoca aveva solo sette anni”.  

Quali erano le emozioni predominanti?

“Ero sopraffatta dalla solitudine e dal sentirmi fuori posto, nonostante il supporto della mia famiglia e di alcuni compagni”.  

Come pensi si possa recuperare la fiducia in sé stessi dopo un’esperienza simile?

“Non c’è una formula universale. Il sostegno della famiglia, il cambiamento dell’ambiente sociale e nuove attività possono aiutare. Alcuni trovano beneficio in terapie mirate o meditazioni apposite”.  

Oltre gli schermi, un messaggio di speranza.

Il film ci invita a pensare al potere dei piccoli gesti nell’innescare grandi cambiamenti. Non si tratta solo della storia di Andrea (ruolo interpretato da Samuele Carrino), ma di tutti coloro che hanno trovato il coraggio di essere sé stessi in una società che spesso impone il conformismo. Il ragazzo dai pantaloni rosa non si limita a raccontare una tragedia: rappresenta una lezione di vita per chi ha sofferto, per chi ha inferto dolore e per chi può decidere di fare la differenza. La diversità non è un limite, ma una risorsa preziosa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *