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Parigi 2024: l’incognita Senna e il piano B che non c’è

A meno di un mese dall’inizio delle Olimpiadi di Parigi 2024, la Senna, il fiume che attraversa Parigi, si trova al centro di una crisi ambientale e organizzativa: la prospettiva di ospitare la cerimonia di apertura e le gare di nuoto di fondo e triathlon è ora seriamente messa in dubbio a causa dell’inquinamento delle sue acque.

La sfida per ripulire la Senna

La Francia ha investito 1,4 miliardi di euro per bonificare la Senna e renderla balneabile dopo oltre un secolo: l’investimento ha incluso il miglioramento delle infrastrutture per il trattamento delle acque reflue e la costruzione di nuovi impianti per la gestione dell’acqua. 

Nonostante gli sforzi, però, i livelli di Escherichia coli e di altri batteri restano troppo alti per rispettare gli standard sanitari internazionali.

Gli ultimi test effettuati fra il 16 e il 23 giugno dall’ufficio della sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, hanno confermato la presenza eccessiva di batteri. “In nessun momento il livello di Escherichia coli è sceso sotto le mille unità per 100 millilitri, superando di gran lunga il limite massimo imposto dalle federazioni sportive”, ha dichiarato un portavoce del Comune di Parigi. Questo problema, aggravato da condizioni idrologiche sfavorevoli e temperature inferiori alla media stagionale, ha reso la qualità dell’acqua della Senna inaccettabile per lo svolgimento delle competizioni.

Controversie e tensioni sociali

La situazione ha messo in allarme molti atleti, tra cui il campione italiano di nuoto di fondo Gregorio Paltrinieri: “Dicono che gareggeremo nella Senna al 100% e che non ci sia realmente un piano B e anche che nessuno dei valori delle acque sia a norma. Mancano cinquanta giorni”: ha dichiarato Paltrinieri attraverso il suo account Instagram, evidenziando l’urgenza di trovare una soluzione alternativa.

Inoltre, il piano originale per la cerimonia di apertura, fissata per il 26 luglio, prevede una spettacolare parata costituita da 205 delegazioni sportive che dovrebbero sfilare a bordo di 85 imbarcazioni lungo i sei chilometri del fiume, dal Pont d’Austerlitz al Pont d’Iéna. Ma l’inquinamento attuale rende incerto anche questo evento.

La situazione ha generato anche tensioni politiche e sociali. Un gruppo di cittadini ha lanciato un provocatorio hashtag, #JeChiendanslaSeine, minacciando di utilizzare la Senna come una toilette pubblica per protestare contro la gestione ambientale del governo.

Il presidente francese Emmanuel Macron aveva promesso che si sarebbe tuffato nella Senna il 23 giugno per dimostrare la limpidezza dell’acqua, insieme alla sindaca Hidalgo. Ma il gesto dimostrativo è stato rinviato a dopo le elezioni, accrescendo la sensazione di incertezza e insoddisfazione dei cittadini.

Ma c’è effettivamente un piano B?

Con il tempo che stringe, gli organizzatori delle Olimpiadi stanno cercando soluzioni alternative. Nonostante le speranze riposte in un luglio più caldo e secco, che potrebbe migliorare temporaneamente la qualità dell’acqua, si sta seriamente valutando la possibilità di spostare le gare in acque più sicure. La cerimonia di apertura, invece, potrebbe essere trasferita allo Stade de France, una decisione che, sebbene pratica, sarebbe lontana dall’impatto scenografico originariamente previsto.

Se da un lato il sogno di vedere nuovamente balneabile il fiume rimane un obiettivo a lungo termine per la città, dall’altro la realtà attuale richiede decisioni rapide per garantire la sicurezza degli atleti e il successo degli eventi olimpici.

Mentre l’orologio corre verso il 26 luglio, Parigi si trova a un bivio: la necessità di bilanciare ambizioni ambientali e la realtà di un’emergenza sanitaria ancora irrisolta.

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