Reithera, il vaccino dello Spallanzani: a che punto siamo?
Sono passati mesi e finalmente da qualche giorno si hanno notizie, seppur negative, di Reithera, il vaccino dello Spallanzani contro il Covid-19.
In questi giorni, quello che poteva essere l’unica arma italiana contro il coronavirus ha ricevuto un brusco stop.
La causa
La Corte dei Conti ha comunicato di non aver mai registrato il decreto per la sua produzione, così l’azienda Romano non avrà i finanziamenti previsti da Invitalia (l’agenzia nazionale degli investimenti).
L’accordo iniziale
L’accordo iniziale prevedeva un piano di investimento produttivo per potenziare lo stabilimento di Castel Romano e un progetto di ricerca industriale e sviluppo sperimentale per completare la sperimentazione clinica del vaccino.
In particolare, il finanziamento sarebbe stato di 80/81 milioni di euro che il governo si era impegnato a versare per sostenere la terza fase di sperimentazione, allargata da mille a diecimila volontari e arrivata fino al fronte internazionale.
Un accordo del genere sarebbe certamente stato molto utile all’Italia; un sostegno da parte dello Stato che avrebbe garantito al nostro Paese una grande autonomia sul fronte delle forniture delle fiale anti-coronavirus.
Le reazioni
La casa madre ha dichiarato di non riuscire a sostenere da sola i costi e, alla luce della decisione presa dalla Corte dei Conti, non nasconde la delusione nell’apprendere la marcia indietro: “prendiamo atto della decisione dei Corte dei Conti, che blocca di fatto l’impegno preso a suo tempo dalle parti governative. Aspettiamo di conoscerne i rilievi per valutare gli impatti che questa avrà sull’operatività di ReiThera”.
Sul prodotto vaccinale contro il Covid-19 è in corso attualmente la sperimentazione di fase 2 su 900 volontari in 26 centri in tutta Italia e uno in Germania.
Dai test si sarebbe però svincolato l’Istituto nazionale di Malattie infettive Spallanzani di Roma, che era invece centrale nel progetto di sviluppo.
Durante la fase 1, una singola dose di Grad-Cov2, nome commerciale del preparato, si è dimostrata efficace per generare gli anticorpi e la risposta del sistema immunitario contro il coronavirus nei due gruppi di partecipanti: 45 volontari tra i 18 e i 55 anni e altrettanti tra i 65 e gli 85.