La sicurezza sul lavoro,tra obblighi e responsabilità
“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Così recita l’art. 1 della Costituzione Italiana che riconosce il lavoro come un diritto, per garantire il quale la Repubblica promuove le condizioni che lo rendano effettivo (art. 4). Partendo da tale principio la giurisprudenza ha stabilito che la tutela del diritto alla salute del lavoratore si configura sia come diritto all’incolumità fisica sia come diritto ad un ambiente salubre. Eppure, se guardiamo i dati diffusi dall’INAIL (Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) relativi al 2022 scopriamo che sono morti mediamente 3-4 lavoratori al giorno, per un totale di oltre 1000 nell’arco dell’anno. Nonostante i dati allarmanti, questo tema non riceve però la giusta considerazione.
Ecco le parole pronunciate lo scorso ottobre dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro:
“Lavorare non può significare porre a rischio la propria vita. È un’occasione preziosa richiamare l’attenzione su un fenomeno inaccettabile in un Paese moderno che ha posto il lavoro a fondamento della vita democratica. L’affermazione dei diritti sui luoghi di lavoro, primo quello alla vita, oltre che essere un termometro della vita civile, è un generatore di valore per la società, per i lavoratori, per le imprese”. Queste parole servono come stimolo, spunto di riflessione per il futuro, al fine di rendere concreti una serie di provvedimenti volti a tutelare la categoria dei lavoratori.
L’importanza del Decreto legislativo 81/08
Il Decreto legislativo 81/08 (il cosiddetto Testo Unico Sicurezza sul Lavoro) rappresenta la “bibbia” della sicurezza, in quanto costituisce il fondamento giuridico della strategia di contrasto al fenomeno infortunistico e a quello delle malattie professionali. La prima parte del decreto definisce il sistema di prevenzione italiano e la sua gestione da parte sia delle istituzioni che delle aziende; la seconda identifica e analizza i pericoli e i rischi sul luogo di lavoro. Emerge in particolar modo, in tale contesto, la figura dell’RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione), che ha il compito di occuparsi della sicurezza sul lavoro sotto tutti i punti di vista, specie per ciò che riguarda il servizio di prevenzione e protezione aziendale.
La normativa che regola la scelta e l’uso dei DPI
All’interno del DLgs 81/08 si fa riferimento ai cosiddetti DPI, sigla con la quale si indicano i Dispositivi di protezione individuale: attrezzature, indumenti, accessori che proteggono il lavoratore “contro uno o più rischi suscettibili di minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro”. Tra i più usati ci sono, ad esempio, i caschi protettivi, le scarpe antinfortunistiche, i dispositivi di protezione del viso (tappi per le orecchie, visiere, occhiali di protezione o maschere, respiratori con filtro che fanno da barriera alle sostanze tossiche ecc.), i dispositivi per la protezione di mani e braccia (guanti e manicotti).
Morire giovani durante uno stage
La vicenda è quella di Giuliano De Seta, studente di 18 anni, morto il 16 settembre del 2022 in seguito a un incidente sul lavoro, in una fabbrica di Noventa di Piave (Venezia), durante il periodo di alternanza scuola-lavoro. A far discutere anche la notizia che la famiglia di Giuliano non riceverà da parte dell’INAIL alcun risarcimento perché il ragazzo si trovava in azienda come stagista e non come operaio, situazione non prevista dalla norma.