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“Tokyo Futari Story”: l’app per sfidare la crisi demografica

Come combattere la crisi demografica più preoccupante della storia del proprio Paese? Il Giappone una risposta l’ha: si chiama “Tokyo futari story” ovvero “una storia a due (a) Tokyo”. Questa app di incontri, simile a Tinder, ma made in Japan, è stata lanciata dal governo nipponico con l’obiettivo di contrastare gli allarmanti dati sul tasso di natalità che, per la prima volta nelle 47 prefetture, è sceso a 0,99 (da 1,04 dell’anno scorso). Inoltre, secondo una proiezione del quotidiano Asahi Shimbun, il Giappone passerà nei prossimi 25 anni da una popolazione di 127,5 milioni di abitanti attuali a 97,08 milioni. Questi dati sono bastati al governo: i prossimi sei anni saranno decisivi per invertire la tendenza.

Come funziona l’App?

Dopo aver preso il sopravvento all’interno delle case, delle aule scolastiche e dei più disparati ambienti di lavoro, l’intelligenza artificiale farà breccia anche nella sfera amorosa. Ebbene sì, in almeno 31 delle 47 prefetture verranno usati i Big Data e l’ AI per combinare appuntamenti al buio, facendo avvicinare i potenziali partner in base alle loro personalissime informazioni registrate presso un centro di assistenza matrimoniale.

Gli utenti dovranno dimostrare di essere legalmente single, firmando anche una lettera in cui dichiarano di essere disposti a sposarsi. Gli iscritti, inoltre, dovranno fornire la loro altezza, il livello di istruzione, l’occupazione e alcune informazioni fiscali per dimostrare il proprio reddito. In un Paese come il Giappone, in cui le questioni legate alla privacy sono sempre state trattate con attenzione, questa invasione dell’area personale da parte del governo potrebbe non essere gradita dai cittadini nipponici. Fortunatamente, per il momento solo il primo incontro è gestito dai funzionari comunali e dall’intelligenza artificiale, il resto speriamo rimanga privato.

Da cosa nasce il problema?

Da diversi studi e sondaggi emerge una statistica alquanto sorprendente: per i nipponici l’amore non è una priorità. A differenza di noi occidentali, sempre alla ricerca di un partner con cui condividere le nostre giornate, per i giapponesi il sentimento romantico sembra più che altro un ideale che si realizza nelle fiction. A Tokyo si può decidere di convivere ma di trascorrere comunque da soli un sabato sera; si può avere una relazione sentimentale ma decidere, nonostante tutto, di organizzarsi un viaggio in Nuova Zelanda senza il compagno. Insomma, tutte cose che nella nostra parte di globo sarebbero abbastanza impensabili. I giovani giapponesi, interrogati nei sondaggi, rispondono spontaneamente che sì, sarebbe bello avere un partner, ma non si impegnano più di tanto per trovarlo, soprattutto a causa del timore di non riuscire più a curare i propri interessi. Ne sono consapevoli: l’amore prende tempo e può portare le vite altrove.

Forse, come fissato nei suoi obiettivi, l’applicazione aumenterà le coppie a Tokyo, ma la capacità di stare bene da soli e di vivere l’amore come un sentimento importante sembra rimanere un compito che, a meno di incredibili scoperte tecnologiche, neanche l’AI può risolvere.

Luca Trucco

Studente di scienze della comunicazione attualmente al secondo anno. Aspirante giornalista e grande appassionato di cronaca, sport, con particolare interesse per il calcio, e storia.

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