Clima, le contestate proteste di “Ultima Generazione”
“Ultima Generazione” è un movimento italiano che lotta contro il cambiamento climatico attraverso proteste “non-violente”, con lo scopo di dar voce alla causa e di farsi notare dal governo. Più in particolare, gli attivisti chiedono di istituire “Un Fondo riparazione preventivo (20 miliardi di euro), permanente e partecipato da prevedere annualmente nel bilancio dello Stato“, per ripagare i danni causati da calamità e da eventi climatici estremi.
Le azioni di protesta organizzate dagli ambientalisti, che vanno dall’imbrattamento di opere d’arte nei musei ai blocchi stradali, sono però spesso contestate poiché ritenute, oltre che dannose per la collettività, inutili per un concreto cambiamento nella società.
Ultima Generazione cerca di difendersi da queste accuse pubblicando sul sito del movimento queste parole: “Compiamo azioni di disobbedienza civile non-violenta per ottenere misure di contrasto al collasso eco-climatico a cui stiamo andando incontro a causa delle troppe emissioni“. E, ancora, “Abbiamo il dovere morale di ribellarci a questo genocidio programmato. Se non protestiamo, se accettiamo questo crimine senza ribellarci, ne saremo complici“.
Mentre le testimonianze, le motivazioni e le esperienze degli attivisti sono state raccolte nel libro Ultima generazione. Disobbedienza civile e resistenza climatica (Tlon, 2024).
La festa della Repubblica
L’organizzazione non riconosce la “Repubblica” come istituzione, ma come un’entità a libera interpretazione.
Così, lo scorso 2 giugno, gli attivisti hanno provato a sdraiarsi nei pressi di Piazza Venezia durante le celebrazioni della Festa della Repubblica. La polizia è intervenuta, ma i manifestanti hanno opposto resistenza.
Via Condotti
Sempre a Roma, nella centralissima via Condotti, il 16 maggio, Ultima Generazione ha gettato della vernice arancione sulle vetrine dei negozi di lusso Bulgari, Prada, Cartier, Yves Saint Laurent e Armani.
I manifestanti hanno esibito anche alcuni striscioni con la scritta “Fondo riparazione“. Un addetto alla sicurezza è intervenuto, prendendo a calci uno degli attivisti.
Il David di Michelangelo
Il 7 aprile, inoltre, di fronte al David di Michelangelo (Galleria dell’Accademia, Firenze), quattro attivisti si sono incatenati alla ringhiera di protezione, mostrando uno striscione con su scritto “Fondo Riparazione, 20 miliardi per riparare ai danni delle catastrofi climatiche“.
Durante la protesta i Carabinieri sono riusciti ad evitare che le opere fossero danneggiate.