Vacanze di Natale, 40 anni dopo di nuovo un successo
A 40 anni dalla sua prima uscita, il film cult “Vacanze di Natale” è tornato nelle sale dei cinema italiani in versione restaurata. La data è stata quella di sabato 30 dicembre, ed è stato subito successo di pubblico.
I festeggiamenti sono iniziati a metà mese, a Cortina, lì dove tutto è iniziato. Epicentro dell’evento è stato l’Hotel de la Poste, location del cult-movie, dove è stato organizzato un mega party lungo 3 giorni (15-17 dicembre). Tra i volti noti che hanno partecipato all’evento, Enrico Vanzina (autore, col fratello Carlo, del film), il produttore Aurelio De Laurentiis, e l’attore Jerry Calà, uno degli interpreti del film (insieme a Christian De Sica, Claudio Amendola, Stefania Sandrelli e molti altri).
Amori, amici e piste innevate
Cortina d’Ampezzo fa da sfondo alle vacanze natalizie delle famiglie romane e milanesi più ricche, che decidono di trascorrere le feste sulle Dolomiti, tra amici e piste sciistiche. Ci sono i Covelli, una famiglia di ricchi costruttori edili; Mario e la sua famiglia romana, un po’ “rozza”; c’è la coppia formato da Donatone Braghetti e Ivana; e poi c’è Billo, “lo sciupafemmine” che suona al piano bar dell’hotel Cristallo. Tra amori, tradimenti, giornate sugli sci o a prendere il sole, e serate all’insegna del divertimento, il tempo scorre velocemente fino alla fine delle vacanze.
Al botteghino la pellicola ha incassato quasi 3 miliardi di lire, classificandosi al nono posto tra i film di maggior successo nella stagione cinematografica 1983-84.
“Instant movie” e status symbol
Uscito con l’idea di replicare il successo estivo di “Sapore di mare”, nelle sale pochi mesi prima (sempre a firma dei Vanzina), “Vacanze di Natale” in realtà non solo superò il suo precedente estivo, ma diventò il capostipite di un filone che i critici italiani soprannominarono “cinepanettone”.
Il film venne lanciato come il primo “instant movie” all’italiana, poiché raccontava una storia ambientata nello stesso periodo dell’uscita al cinema, creando in questo modo un legame empatico immediato con lo spettatore seduto in sala.
La pellicola nasceva da un modello ben preciso e circoscritto: la rilettura contemporanea di “Vacanze d’inverno”, un film del 1959 interpretato da Alberto Sordi e Vittorio De Sica (padre di Christian), in cui il regista Camillo Mastrocinque aveva descritto, sempre sullo sfondo di Cortina d’Ampezzo, i costumi degli italiani di quegli anni.
La critica ha inquadrato la pellicola come una vera e propria fotografia degli anni ’80 e dei suoi “status symbol”, senza alcun intento di critica sociale. Da una parte la società “bene”, i nuovi ricchi con i loro simboli, dall’altra i piccoli borghesi con le loro aspirazioni sociali e ambizioni economiche.
Piste innevate, comitive giovanili, cioccolata calda, gli iconici Moon Booth, le colonne sonore “I like Chopin”, “Maracaibo” e “Paris Latino”: questi solo alcuni dei simboli di quell’Italia vacanziera che i Vanzina sono riusciti a raccontare con ironia (ma anche con un po’ di amarezza) per quarant’anni a generazioni di italiani.