Viktoriia, dalla guerra alla Lumsa per continuare i suoi studi
La guerra in Ucraina lascia sgomenti e senza fiato, immagini raccapriccianti si susseguono su tutti i telegiornali. Mentre il presidente Ucraino Volodymyr Zelensky continua imperterrito la sua missione di protezione della sua intera nazione, molte famiglie sono state costretta a scappare dalla propria terra, dalle proprie case, dai propri affetti. La redazione di Aiko ha avuto l’opportunità di intervistare Viktoriia, una ragazza Ucraina, che ha lasciato il proprio Paese a causa del conflitto, con un unico obiettivo, quello di continuare a studiare. E per lei si sono aperte le porte della Lumsa.
Quando è scoppiata la guerra, dove ti trovavi?
“Quando la guerra è iniziata, ero nella mia città universitaria, io studiavo a Leopoli. Alle 6 di quella mattina mia mamma mi ha chiamato al telefono e mi ha detto di tornare nella mia città natale, Khmelnytsky, perché sarebbe stato più sicuro stare lì” .
Quali sono state le tue prime emozioni, le tue paure, i tuoi pensieri?
“In verità, mi sembrava di vivere un incubo, un brutto sogno, pensavo proprio al fatto che ieri avevo una vita normale, andavo all’università, studiavo, vedevo i miei amici, avevo una vita. Improvvisamente mi sono svegliata e tutto era cambiato. Nella mia mente tutta la situazione non sembrava reale. Perfino adesso mi chiedo se lo sia”
Come sei arrivata in Italia?
“Avevamo progettato di andare in Polonia da alcuni nostri parenti, ma mentre ci dirigevamo lì, ha chiamato una mia zia e ci ha detto che sarebbe stata felice di ospitarci in Italia. Abbiamo così deciso di cambiare la nostra meta. Io volevo continuare a studiare, e mia zia mi ha fatto riflettere su quanto fosse importante per il mio futuro. Grazie a molte persone gentili, sono arrivata alla Lumsa, e qui sono fortemente motivata a continuare i miei studi. Ho trovato una comunità universitaria viva, accogliente e affascinante. Studiare è ciò che voglio in questo momento. Non ero per niente preparata a venire in Italia, è stato tutto totalmente inaspettato. Il viaggio per arrivare è durato quattro giorni, siamo passati dalla Moldavia perché c’era molto traffico lungo percorsi più veloci, e molte persone rimanevano bloccate anche per tre-quattro giorni.”
Com’è cambiata la tua vita?
“Se penso a come era la mia vita in Ucraina nulla oggi mi sembra reale, come se la guerra avesse messo un prima e un dopo, oggi mi sento un’altra persona. Sono in Italia da un mese, e tutto è cambiato. Quello che per me in Ucraina era importante adesso non lo è più, mentre è diventato straordinariamente importante il rapporto con la mia famiglia. Mio padre è un militare, insieme ai miei zii è rimasto in Ucraina, mentre mia madre, mio fratello ed io siamo venuti qui. Mesi fa non avrei mai creduto, non avrei immaginato tutto questo, è strano pensare che dei miei amici adesso si trovano a combattere per me, per il mio Paese. È davvero difficile essere lontana da casa, cambiare Nazione, imparare una nuova lingua, lasciare tutte le mie abitudini. Non capiscono perché io sia qui. Mi mancano le piccole cose, quelle normali.”
Quale tipo di connessione senti di avere con il tuo Paese?
“Sento una connessione molto forte, dopo il 24 di febbraio tutto è cambiato. E come se l’intero popolo ucraino avesse cambiato la propria percezione di appartenenza. Prima si pensava in questo modo: ‘Sono ucraino, ma non sono speciale’, ma adesso io sono fiera del mio Paese, quando penso di essere ucraina mi viene quasi la pelle d’oca”
Se potessi essere ascoltata, cosa diresti sulla situazione che il tuo Paese sta affrontando?
“Se potessero ascoltarmi direi che l’Ucraina sta cercando di proteggere non solo sé stessa ma anche l’intera Europa, se la Russia occupasse l’ucraina potrebbe farlo anche in altri Paesi. Servirebbe un maggiore senso di gratitudine verso i soldati e un po’ più d’aiuto, anche poco farebbe la differenza. Se gli ucraini saranno lasciati soli, sarà tutto veramente difficile e imprevedibile per il mondo intero”.